giovedì 2 aprile 2015

IL MUSEO NASTRO AZZURRO DI SALO'

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Il museo ha sede presso palazzo Fantoni. Appartiene all'associazione nazionale del Nastro Azzurro ed è nato nel 1934 per onorare i decorati al valor militare della prima guerra mondiale. Si è poi arricchito di armi, cimeli e stampe del periodo napoleonico e documenti relativi alla seconda guerra mondiale.

Tra i vari cimeli conserva, decorazioni e oggetti dell’ammiraglio Millo, del generale Papa, del generale Piazzoni e del Colonnello Bettoni e di molti decorati al valor militare, come la medaglia d’oro di Brescia, tenente Gnutti.
Il Museo del Nastro Azzurro è di proprietà della Federazione della Provincia di Brescia del Nastro Azzurro che lo gestisce. L’Istituto del Nastro Azzurro fra i decorati al Valor Militare raggruppa attorno a sé tutti i decorati di medaglia d’oro, d’argento e di bronzo, al valor militare.

L'Istituto del Nastro Azzurro ha un  Museo Storico, realizzato nel 1943 dal Cav. Luigi Ebranati, di Salò, Decorato al valor militare. La prima esposizione museale denominata Museo Sacrario di Guerra “Adolfo Battisti”, in quanto dedicato ad un decorato salodiano, aveva sede presso il Palazzo Municipale. Il 18 dicembre 1976, sempre per impulso di Ebranati, Presidente della Sezione di Salò dell’Istituto del Nastro Azzurro, venne istituita la Fondazione Museo Storico del Nastro Azzurro con atto notarile.
Lo scopo di questa istituzione era di far confluire in essa tutti i cimeli e la documentazione presenti nel museo Battisti e di far conoscere alla generazioni più giovani i sacrifici e le gesta dei Decorati al valor militare di tutte le guerre attraverso manifestazioni culturali e raccolta di documentazione. Nel 1980, rendendosi necessaria la disponibilità di tutti i locali della sede municipale, l’Amministrazione Comunale nella persona della Dott.ssa Annamaria Salvo De Paoli Ambrosi, Vice Sindaco della città ed in seguito per molti anni Direttrice del Museo, non volendo privare la cittadinanza di una realizzazione così importante che negli anni si era ulteriormente arricchita, riuscì a reperire una sede prestigiosa nel Palazzo Fantoni, vera e propria Casa della Cultura cittadina, in quanto ospita anche l’Ateneo di Salò, dotato di oltre 25 mila volumi con manoscritti duecenteschi, codici e incunaboli, nonché la biblioteca Civica e la Civica Raccolta del Disegno.

Il Museo, di proprietà della Sezione del Nastro Azzurro di Salò, fu da questa donato alla Federazione Provinciale di Brescia dell’Istituto e con Decreto del Presidente della Repubblica venne riconosciuto come Fondazione.
Unico del suo genere in Italia, raccoglie e documenta 200 anni di storia gloriosa del Soldato italiano, da quando cioè fu istituto da Vittorio Amedeo III di Sardegna, il “distintivo d’onore” per militari che avessero compiuto “azioni di segnalato valore in guerra”. Mediante Bandiere, Labari, Uniformi, Decorazioni, armi e documenti il Museo testimonia gli ideali, gli eroismi, i sacrifici e l’alto senso del dovere verso la Patria del Combattente italiano.
È articolato su quattro sale alle quale si accede attraverso un corridoio dove, in quattro grandi bacheche, sono custoditi i gonfaloni di Province e Comuni decorati al Valor Militare.
La prima sala abbraccia il periodo storico che inizia con l’epopea napoleonica e termina alla vigilia del primo conflitto mondiale. Tra i documenti più significativi vi è un manoscritto di Emilio Dandolo ed un libretto – diario del volontario garibaldino Giorgio Pirlo. Di particolare valore due uniforme garibaldine complete ed una teca contenente la prima bandiera innalzata ad Homs nel 1912 dal salodiano Giulio Fantoni. Sempre in quella teca, si trova il cappello, la sciarpa azzurro e il copri sciabola dell’Ammiraglio Enrico Millo, medaglia d’oro al valor militare. Al centro della sala, a ricordo delle prime guerre coloniali, sono esposte antiche armi abissine ed una casacca da parata.
Nella seconda sala, dedicata alla Prima Guerra Mondiale, le pareti sono ornate di numerose armi bianche e da fuoco italiane ed austriache, altre armi bianche (baionette – pugnali – mazze ferrate) sono conservate nelle bacheche. Manoscritti, stampe, decorazioni, copricapi, accessori di uniformi sono presenti nelle numerose vetrine e ricordano sia gli eroi più noti  a livello nazionaleCesare Battisti quali, Nazario Sauro, Enrico Toti, Gabriele D’Annunzio, sia altri particolarmente cari ai Bresciani: Giuditta Franzoni, Enea Guarnieri, Silvio Scaroni. Un’intera vetrina è dedicata al Generale Achille Papa, Medaglia d’Oro al Valor Militare caduto sul campo nel fronte isontino nel 1917. Una menzione particolare va riservata ad alcuni braccialetti realizzati dai fanti italiani nelle trincee del Carso utilizzando le corone dei proiettili delle artiglierie austriache raccolte sul campo. La terza sala comprende gli anni fra le due guerre mondiali e quindi il fascismo, la guerra d’Etiopia e quella civile spagnola. Di particolare rilievo sciarpe e cartoline dei battaglioni coloniali, un antico vangelo di religione copta in lingua araba, un antico corano in lingua tigrina manoscritto su pergamena. Nella parte riservata alla guerra civile spagnola da ricordare due drappelle in tessuto policromo appartenute al Generale Sandro Piazzoni, pluridecorato al Valor Militare nonché Presidente della Federazione Bresciana.
La quarta sala, dedicata alla Seconda Guerra Mondiale ed alla Guerra di Liberazione, è sicuramente la più ricca. Uniformi di Decorati al Valor Militare quali Serafino Gnutti, Marco Cicognini, Eugenio Bravi, accessori di uniformi, numerose decorazioni ed onorificenze conferite al già citato Generale Piazzoni. In una grande vetrina sono esposte le uniformi del Generale Ugo Montemurro, un suo ricordo, una forcella di bicicletta da bersagliere, con una piccola targa “L’ottavo Bersaglieri al suo colonnello, 1974”. Numerosi copricapi, un ricordo della carica del Savoia Cavalleria a Jsbuscensky guidata dal Colonnello Alessandro Bettoni, bresciano e Medaglia d’Argento al Valor Militare, la terra di El Alamein. Alle pareti sono appese sciabole, armi da fuoco, manifesti della Repubblica Sociale Italiana, del Comando Tedesco e del “Fronte Clandestino di Liberazione”. La bacheca riservata al periodo 1943 – 45, riporta copricapi, pubblicazioni, accessori di uniformi e giornali delle due parti.


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