lunedì 6 aprile 2015

LE CITTA' DEL GARDA : DESENZANO DEL GARDA

.


Desenzano del Garda (Dezensà in dialetto bresciano) è un comune italiano della provincia di Brescia, nel basso Lago di Garda, in Lombardia.

Nel 1873, gli scavi condotti da Pietro Polotti in località Polada al confine con Lonato rinvennero una stazione palafitticola risalente all'Età del Bronzo e che ha preso il nome di Cultura di Polada. Presso la località Lavagnone, Renato Perini rinvenne un altro insediamento coevo che nel 2011 è entrato a far parte del Patrimonio dell'umanità secondo l'Unesco.

Tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., nei pressi di Desenzano sorse un fundus abitato da un centinaio di persone. La Villa romana, i cui resti si possono scorgere presso Borgo Regio, fu costruita tra il II e il III secolo lungo la via Gallica come residenza per ricchi cittadini.

L'area di Desenzano e della Selva Lugana fu teatro di diversi combattimenti dell'Anarchia militare e della Tarda antichità: l'Imperatore Decio sconfisse Filippo l'Arabo nel 249 e l'anno successivo sostò in riva al Lago di Garda prima di dirigersi in Tracia per combattere i Goti. Nel 312 le truppe di Costantino incalzarono quelle del Prefetto del Pretorio Ruricio Pompeiano, fedele a Massenzio, in fuga da Brescia e dirette a Verona.

Il cristianesimo giunse da Verona, grazie a predicatori di quella Diocesi: risale a quel periodo il legame fra la chiesa veronese e il basso lago. Il territorio della Pieve si estendeva fra il fiume Chiese e la Lugana. Il nucleo desenzanese si sviluppò attorno a Borgo Regio probabilmente sulla preesistente villa romana. Fu costruito un castrum vetus, per difendere la popolazione dalle invasioni barbariche.

Stando ad un documento di discussa autenticità, il 6 ottobre 878, il Re d'Italia Carlomanno di Baviera avrebbe donato il feudo di Desenzano al monastero di San Zeno di Verona riconoscendo all'istituzione religiosa il diritto di caccia nella Selva Lugana e di pesca nel Lago.

All'inizio XII secolo è attestato che il feudo fosse in mano al signore del Castrum, Ugo della famiglia dei conti di Sabbioneta. La consorte Matilde, figlia di Reginaldo conte di Treviso, nel 1107 donò alcune terre al monastero di Acquanegra. Il XII secolo vide l'edificazione del nuovo castello, detto Castrum novum, e fu ribadita l'aggregazione del territorio alla diocesi veronese, sia per mano del Papa Eugenio III (1145) sia dall'Imperatore Federico I detto il Barbarossa (1154).

Dal punto di vista del potere civile, Desenzano fu sottoposta al potere del comune di Brescia, grazie all'investitura concessa dall'Imperatore Enrico VI. Nel 1220 è attestato che il feudo era gestito dalla famiglia dei Confalonieri la cui giurisdizione si estendeva presso Rivoltella, San Martino, Solferino, Castiglione e Medole.

Il XIII secolo fu l'epoca in cui si sviluppò l'eresia catara sia nel centro gardesano sia nella vicina Sirmione. Giovanni Bello fu ordinato vescovo in Tracia e fu posto a capo della comunità di Desenzano. Suo successore, fra il 1250 e il 1260, fu Giovanni di Lugio, autore del principale testo di teologia catara fino ad oggi sopravvissuto, il Liber de duobus principiis. L'eresia terminò il 12 novembre 1276 con l'arresto da parte dei Della Scala di 166 eretici i quali furono messi al rogo a Verona poco tempo dopo.

Nel 1426 la città entrò a far parte della Repubblica di Venezia. Fu assegnata alla Riviera di Salò divenendo capoluogo della cosiddetta Quadra di Campagna, la quale comprendeva i territori di Calvagese, Muscoline, Rivoltella, Pozzolengo, Carzago, Padenghe e Bedizzole.

Nel Catastico Bresciano del Da Lezze (1610), Desenzano è indicata come sede del mercato del grano, punto di riferimento commerciale non solo della Riviera, ma di tutto il Lago, della Valsabbia e del mantovano.

Desenzano conobbe un crescita economica nel corso del XV secolo che favorì gli investimenti nel campo delle costruzioni comprese sia quelle religiose, come la parrocchiale dedicata a Santa Maria Maddalena, sia quelle private, come la dimora dei Gialdi. Fu edificata una scuola (1449) e fu fortificato il Castello (1480). La guerra fra la Serenissima e gli stati di Ferrara, Milano, Firenze e Napoli si segnala per l'assedio al fortilizio desenzanese operato dalle truppe comandate dal Duca di Calabria Alfonso.

Il Cinquecento fu contrassegnato dal ripetersi dei saccheggi ad opera delle truppe mercenarie (1512, 1516 e 1527), dalla peste (1567) e dai tentativi di guadagnarsi autonomia sia dalla Repubblica di Venezia sia da Salò e dalla sua Riviera. Per un breve periodo all'inizio del XVI secolo, Desenzano e Pozzolengo passarono al Ducato di Mantova, ma poi ritornarono alla Serenissima su ordine di Luigi XII di Francia. Nonostante le difficoltà, in questo secolo fu fondata l'Accademia e furono ampliati il porto, la dogana e il magazzino dei cereali.

Nel 1568, gli amministratori del comune furono scomunicati a causa dei contrasti con la Santa Sede. Negli anni precedenti, infatti, questa aveva assegnato il beneficio parrocchiale al Monastero di San Salvatore di Brescia provocando i malumori del notabilato locale. Quattro anni dopo, la decisione fu sospesa e l'assemblea dei capifamiglia in cambio finanziò l'ampliamento della Parrocchiale.

Il primo decennio del XVII secolo fu caratterizzato dalla risistemazione del Castello da parte del Consiglio Generale e da altre opere pubbliche, come la riparazione dell'orologio, un nuovo ampliamento del porto e la ristrutturazione delle case del Vaccarolo. I decenni successivi furono caratterizzati tuttavia dallo sviluppo dell'edilizia privata. Nel 1630, Desenzano fu colpita dalla peste.

Il Settecento desenzanese iniziò con le devastazioni apportate dalla guerra di successione spagnola. Il 30 luglio 1701 le truppe dell'esercito imperiale entrarono in città saccheggiandola; due anni dopo, fu la volta dell'esercito francese. I due eserciti si scontrarono il 29 novembre 1704 presso monte Corno. Solo l'anno seguente Venezia decise di inviare due reggimenti a difesa della popolazione del lago.

Nel 1792 il Consiglio Generale accettò la proposta del poeta Angelo Anelli, professore presso i ginnasi di Brescia e Milano, di istituire una Scuola pubblica di latino, grammatica e retorica: fu il primo nucleo di quello che nel 1816 diventerà il Liceo.

Nel marzo 1797, Desenzano entrò a far parte dell'effimera Repubblica Bresciana, mentre sul finire dello stesso anno, divenne sede del Dipartimento del Benaco della Repubblica Cisalpina, costituendosi come comune autonomo. Tuttavia, già a partire dal 1º settembre dell'anno seguente, il dipartimento fu soppresso e Desenzano fu assegnato al Dipartimento del Mella.

Nel 1799 fu occupato brevemente dalle forze austro-russe e poi riassegnato alla Cisalpina con il ritorno delle truppe napoleoniche (1800). Con il riassetto del Regno d'Italia, stabilito con Decreto 8 giugno 1805, la città entrò a far parte del cantone VII di Lonato a sua volta appartenente al distretto I di Brescia. Fu inoltre definito comune di seconda classe a motivo dei suoi 3421 abitanti.

Il periodo napoleonico fu caratterizzato da investimenti in opere pubbliche come il nuovo molo su progetto di Carlo Bagatta (1805-1806) e il riadattamento a teatro della chiesa dei carmelitani.

Entrato a far parte del Regno Lombardo-Veneto, stato dipendente dell'Impero austriaco (1814), Desenzano fu elevato al rango di comune di prima classe (1815) e ricevette visita da parte dell'Imperatore Francesco I d'Austria nel (1816) e cinque anni dopo. Durante la prima visita, constatò l'efficienza dell'allora Collegio Bagatta, e ordinò che il diploma conseguito in esso fosse equiparato a quelli dei "Regi Licei". Testimonianza ne è la lapide conservata ancora oggi nell'atrio della scuola.

Dal punto di vista organizzativo, nel 1816 il comune fu assegnato al Distretto V di Lonato della provincia di Brescia. Nel 1853 fu inserito nel Distretto VIII di Lonato.

Nel 1830 nacque la Società del Casino punto di ritrovo della classe borghese ed intellettuale risorgimentale. Dopo gli eventi del 1848 e del 1849 a cui partecipò il comune, nel 1851 l'Imperatore Francesco Giuseppe fece visita alla cittadina desenzanese allo scopo di rinsaldare la fiducia con la popolazione. Tre anni dopo fu aperta la strada ferrata Coccaglio – Verona con la stazione e l'originario viadotto in mattoni con archi a sesto acuto.

La battaglia di Solferino e San Martino della seconda guerra di indipendenza italiana coinvolse anche Desenzano che fu trasformata in un grande ospedale per il soccorso dei feriti.

A seguito della Pace di Zurigo, Desenzano entrò a far parte del Regno di Sardegna (poi Regno d'Italia) e fu incluso nel Mandamento X di Lonato a sua volta appartenente al circondario I di Brescia dell'omonima provincia. Nel 1862, con regio decreto 7 settembre 1862, n. 830, fu ribattezzato con il nome di Desenzano sul Lago.

I primi decenni post-risorgimentali furono caratterizzati dalla nascita della Società Operaia (1862), della Banca Mutua Popolare, dell'Osservatorio Meteorologico (1882), dal Museo Preistorico (1890).

Nel 1883, il comune cedette il Castello al Demanio allo scopo di tenerci un presidio militare.

Nel 1909 fu aperta all'esercizio la breve linea ferroviaria fra la stazione e il porto. Due anni dopo fu la volta della tranvia interurbana a vapore per Castiglione delle Stiviere la quale si innestava sulla Brescia – Mantova permettendo un servizio viaggiatori diretto fra la cittadina gardesana e il capoluogo mantovano. Il servizio tranviario fu soppresso nel 1935, mentre la linea ferroviaria fu impiegata anche dopo la seconda guerra mondiale e fu chiusa solo nel 1969.

Nel 1926 il comune ricevette il territorio del soppresso comune di Rivoltella e fu ribattezzato Desenzano del Garda. Nel 1934 fu aperta la Scuola d'Alta Velocità per idrovolanti.

Durante la seconda guerra mondiale, Desenzano fu bombardata dalle forze alleate sia il 12 aprile sia il 15 luglio 1944. Quest'ultimo bombardamento provocò la distruzione del viadotto ferroviario in mattoni rossi che fu ricostruito nel 1947 in cemento armato e con sagoma architettonica differente.

Il patrono della sede municipale, Sant'Angela Merici è festeggiato il 27 gennaio.

Il porto è stato alla base della millenaria attività dei desenzanesi, grandi commercianti di cereali e di granaglie.

Considerato il più importante mercato di grani della Lombardia, intorno alla piazza principale ed al porto erano stati costruiti capaci magazzini per l'ammasso delle granaglie.

Grande e fortificato era in grado di accogliere le imbarcazioni dei mercanti che dalla parte settentrionale della Riviera trasportavano a Desenzano olio, agrumi, vini, tessuti e attrezzi in ferro, ritornandosene alle terre di partenza con i navigli carichi di cereali.

Perdendo l'importanza commerciale con l'avvento dei trasporti su gomma e ferrovia, il porto abbellito e reso fruibile dai turisti che possiedono una imbarcazione o che desiderano noleggiarla, è fiancheggiato da una bella passeggiata a lago con un panorama splendido ed ampio, quasi marino.

Da vedere c'è il Castello, il Duomo, il Museo Archeologico nell'ex Monastero dei Carmelitani, i mosaici e gli scavi della Villa romana.

A pochi minuti dal centro merita di essere vista la Torre di San Martino e la frazione di Rivoltella con il suo lungolago e la chiesetta di San Biagio.

Chi ama fare giri in moto, può da Desenzano seguire diversi itinerari per motociclisti appassionati, seguendo le strade verso il nord del Lago risalendo verso la parte orientale o quella orientale.

Gli appassionati della vita all'aria aperta possono godere del piacere di una giornata in mezzo alla natura rilassandosi facendo magari un pic nic in uno dei veri parchi, come il Parco Le Ninfee o il Parco tre Stelle.

Al turista o al cittadino residente non risulta difficile ripercorrere, seppur a grandi linee, i momenti cruciali della storia di questa ridente città gardesana, se solo provi a rivolgere lo sguardo su alcuni edifici, monumenti e complessi archeologici, che ancor oggi ci ricordano la vita del passato.
Cominciamo il nostro viaggio entrando dalla porta orientale dell'antico borgo. A pochi passi dal lago, in quello che fu il chiostro di S. Maria de Senioribus, è ubicato il Museo archeologico, la cui visita ci consente di risalire alle origini. Esso è intitolato a Giovanni Rambotti, studioso a cui si deve la scoperta dell'insediamento preistorico della cultura di Polada (2000 a.C.). Osservando i reperti gelosamente custoditi in teche di vetro, si deduce che i primi insediamenti umani della regione benacense risalgono ad un'epoca compresa tra l'etmesolitica (8000 a.C.) e quella del bronzo (II millennio a.C.). A quest'ultima età appartiene il reperto più importante lì conservato, il “gioiellino” dell'intera esposizione archeologica: l'aratro in legno più antico del mondo, risalente al 2000 circa a.C., estratto in buono stato nella zona del Lavagnone (a sud di Desenzano), grazie all'ambiente privo di ossigeno, caratteristico delle torbiere, in cui fu rinvenuto.
Se proseguiamo per il lungolago verso la parte occidentale del centro storico, in prossimità del lago, d'obbligo una visita al complesso archeologico della Villa romana, il cui proprietario “Decentius” avrebbe con molta probabilità dato il nome alla nostra città. I resti della villa, che ebbe più epoche costruttive, tra la fine dell'età repubblicana (I sec a.C.) e la fine dell'età imperiale (V sec. D.C.), si estendono per circa un ettaro e rappresentano la più iportante testimonianza in Italia settentrionale di grande villa tardo-antica romana. Si tratta indubbiamente di un edificio complesso, di grande estensione, con orientamento unitario, i cui settori residenziali si alternavano a strutture rustiche. La grande villa si affacciava sul lago, anzi questo dovette essere l'elemento determinante nella distribuzione dei diversi ambienti, concepiti per offrire dal loro interno molteplici punti di veduta verso l'acqua e insieme per essere visti dal lago. I percorsi principali della villa erano organizzati in sequenza dal lago verso l'interno e orientati ortogonalmente alla riva. La villa aveva poi senza dubbio le sue propaggini sul lago, costituite da moli, attracchi e banchine e forse da peschiere (piscinae) per l'allevamento ittico, che completavano le possibilità di godimento e di sfruttamento dell'ambiente lacustre. Osservando i pavimenti a mosaico rappresentanti diverse scene a carattere pagano, si viene rapiti dalla loro bellezza per la varietà di colori delle pietre musive impiegate: amorini vendemmianti, amorini su bighe in corsa; menadi e satiri; belve che assalgono animali selvatici, allegorie delle quattro stagioni; un personaggio (Orfeo o il Buon Pastore) con un cane e una pecora in un paesaggio bucolico.
L'età romana ebbe termine con le invasioni di popolazioni germaniche e orientali, che distrussero anche la villa. Per far fronte ai saccheggi e alle devastazioni di una di esse, gli Ungari, venne costruito intorno al X secolo il Castello, posto sulla cima della collina che domina il porto e larga parte del territorio circostante, sulle fondazioni di un “castrum” romano di forma quadrangolare; l'interno dell'edificio era occupato da un vero e proprio piccolo borgo con le sue strade, la piazza, la torre campanaria, e la sua chiesa dedicata a S. Ambrogio. Di questa struttura difensiva oggi rimane il solo recinto fortificato e un fabbricato ad uso di caserma militare realizzato nel 1883.

Scendendo lungo la via Castello, la via piida e piida che collega la parte alta con quella bassa della città sbocchiamo nella piazza centrale di Desenzano: Piazza Malvezzi. Qui tutto ci parla dell'epoca del dominio veneto. In questa piazza per secoli si svolgeva prima ogni lunedì poi ogni martedì quello che era considerato il più importante mercato di grani della Lombardia, sotto il più stretto controllo delle autorità venete. Per l'economia desenzanese, strettamente connesso con la piazza era il porto, oggi detto “vecchio”, realizzato sul finire del XV secolo con il riporto di enormi masse di roccia e sassi, rifatto ed ampliato dal doge Andrea Gritti nella prima metà del XVI secolo, durante il quale sui terrapieni risultanti sorsero alcuni fabbricati ad uso abitativo con capaci fondachi per l'ammasso delle granaglie. Questo porto capiente e fortificato era in grado di accogliere le imbarcazioni dei mercanti che dalla parte settentrionale della Riviera trasportavano a Desenzano olio, agrumi, vini, pannilana, drappi e ferrarezze, ritornandosene alle terre di partenza con i navigli carichi di cereali.
A sud del porto, a metà circa dei portici, fa bella mostra di sè l'incompiuto Palazzo del Provveditore, prospiciente la piazza principale, a lato dell'inizio di via Castello, a testimonianza dell'aspro contrasto sorto tra cinque comuni della Riviera (Desenzano, Rivoltella, Padenghe, Pozzolengo e Bedizzole) e Salò città ove risiedeva il Provveditore veneto inviato ogni sedici mesi da Venezia. Essi chiesero a più riprese alla Dominante tra il 1532 e il 1588 di potersi sottrarre alla giurisdizione dei salodiani e di ottenere un proprio Provveditore indipendente da quello di Salò, per questo motivo la comunità di Desenzano, evidentemente fiduciosa nell'accoglimento della richiesta, commission progetto per la dimora di tale autorità all'architetto Todeschini e fece iniziare i lavori di costruzione. Ma il Senato veneto non acconsentì così il palazzo non fu mai completato, rimanendo mutilo della terza arcata, mai realizzata.
Sempre durante la seconda metà del XVI secolo si pose mano alla costruzione del “granarolo”, un ampio porticato che circonda su due lati una serie di fondachi prospicienti il porto ed al cui piano superiore avrebbe dovuto trovare posto la “Casa del Comune”, che invece non fu mai eretta. Anche questo progetto fu realizzato dal Todeschini, e corrisponde all'odierno Palazzo del Turismo. La dominazione veneta terminn l'invasione napoleonica del 1796 ed ufficialmente decadde il 18 marzo 1797. Il 20 maggio di quell'anno i giacobini locali abbatterono la statua della Beata Angela Merici, innalzata al centro della piazza principale nel 1782, e la portarono nella parrocchiale. Al suo posto collocarono “l'albero della libertà che altro non era che un palo dipinto con i colori nazionali francesi, sormontato da un berretto frigio, simbolo della rivoluzione. Comunque la statua fu ricollocata in piazza tre anni più tardi, il 1° maggio 1800, quando gli austriaci, approfittando dell'assenza di Napoleone Bonaparte, occupato nella campagna d'Egitto, riconquistarono tutto il territorio ex-veneto.
Il nostro breve viaggio si conclude a San Martino, località posta a sud del territorio del Comune di Desenzano. Proprio i Francesi diedero il loro tributo di sangue all'indipendenza del nostro Paese. La torre alta oltre 65 metri che venne innalzata nel 1893 ci ricorda quella drammatica giornata del 24 giugno 1859, in cui per ben 15 ore (dalle sei del mattino alle nove di sera) si scontrarono gli eserciti franco-piemontese da una parte e quello austriaco dall'altra. La battaglia fu assai cruenta e cost vita ad oltre 25.000 soldati; 15.000 furono i feriti. Essa fu combattuta in due settori: quello nord attorno a S.Martino, dove i piemontesi agli ordini di Vittorio Emanuele II respinsero gli austriaci; quello sud, attorno alla rocca di Solferino, quando Napoleone III vi gette quattro divisioni della sua Guardia fra i corpi d'Armata comandati da Baraguay D'Hilliers e da Mac Mahon.
Oggi, se durante una giornata nitida si sale sull'alto della torre, si offre alla vista uno spettacolo affascinante: il lago, i monti che lo cingono ai lati, le colline moreniche coltivate a vigneto e ad uliveto, e la pianura sembrano abbracciarsi con un effetto indimenticabile.

I personaggi storici di Desenzano del Garda

Sant'Angela Merici
Angelo Anelli
Giuseppe Bonatti
Gino Benedetti
Achille Papa
Ulisse Papa
Luigi Bazoli
Giuseppe Malvezzi
Giovanni Rambotti
Tommaso Dal Molin







FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE


LA NOSTRA APP



http://mundimago.org/le_imago.html



Nessun commento:

Posta un commento


Eseguiamo Siti e Blog a prezzi modici visita: www.cipiri.com

Post più popolari

Elenco blog AMICI