mercoledì 1 aprile 2015

LE CITTA' DEL GARDA : SALO'

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Salò è un comune italiano della provincia di Brescia in Lombardia.

Il Comune di Salò, che si affaccia sull'omonimo golfo del lago di Garda, è racchiuso a ovest e a sud dai Colli Morenici e a nord dal Monte San Bartolomeo. La frazione di Barbarano è l'unica posta al di fuori del golfo, ma questa si estende sulla costa, ai piedi del monte, verso nord, confinando con Gardone Riviera.

La città è posta sull'area sismotettonica “benacense” e pertanto è a rischio sismico. Dei terremoti storici vengono normalmente ricordati quello del 1901 e l'ultimo del 24 novembre 2004 entrambi classificabili con l'VIII grado della scala Mercalli.

Il nome Salò non ha una derivazione chiara. Alcune fonti lo fanno risalire al nome di una regina etrusca, Salodia; altre lo collegano ad un lucumone di nome Saloo; altre ancora al termine latino "salodium", che indicava le sale e le stanze di cui erano ricche le ville a lago di epoca romana.

Una spiegazione valida sembra essere quella che fa risalire il nome di Salò al fatto che la città era, anche nell'antichità, la capitale economica della zona, dove veniva depositata una risorsa importantissima come il sale marino. Già infatti nei tempi antichi era collegata al mare Adriatico attraverso i fiumi Mincio e Po. Il sale marino coltivato nelle saline dell'Adriatico e trasportato su barconi poteva quindi agevolmente raggiungere Salò.

Un'ultima ipotesi farebbe derivare il toponimo da “salus” termine latino che vuol significa “salute” in quanto la zona sarebbe stata usata dalle legioni romane come luogo di cura per quei soldati feriti o ammalati nel corso della conquista alpina e ritrovamenti archeologici presso la necropoli romana del Lugone avvalorerebbero questa tesi.

La fondazione romana si sovrappose ad alcuni insediamenti preesistenti, verosimilmente di epoca neolitica. Nella zona nord-occidentale di Salò (zona Lugone, ora via Sant'Iago), fu rinvenuta negli anni venti del XX secolo una necropoli romana e, negli anni settanta dello stesso secolo, fu condotta un'accurata campagna di scavi che portò alla scoperta di 171 tombe ed al rinvenimento di vario materiale tra cui un'anfora ora esposta al museo archeologico di Milano. Sembra che di questa piccola anfora, che riporta impresse scene di caccia, esista un'altra copia in Spagna.

Il 4 novembre del 1334 trentaquattro comunità della riviera gardesana e di parte della Val Sabbia si riunirono nella Riperia Lacus Gardae Brixiensis, una sorta di federazione con capoluogo Maderno ed a capo un podestà. Per rimanere autonoma sia da Brescia sia da Verona la federazione si diede alla Repubblica di Venezia, che mandò alla Riperia un Provveditore. La zona all'epoca era però obbiettivamente lontana dal territorio metropolitano della Serenissima, e nel 1350 Salò e la Riviera caddero nelle mani dei Visconti.

Nel 1362 Salò resistette all'assedio da parte delle truppe scaligere ed il valore dei cittadini, unito alla grande accoglienza per Beatrice Visconti, fece sì la cittadina diventasse capoluogo al posto di Maderno. Con la salita al potere di Gian Galeazzo Visconti Maderno tornò brevemente ad essere la capitale, per poi perdere definitivamente il titolo durante la stesura degli statuti. Alla morte del duca Gian Galeazzo i rappresentanti di Salò e della Riviera occuparono il quinto posto nella processione funebre, ben più avanti di città quali Brescia o Verona.

Nel 1428 Salò e la Riviera tornarono ad essere dominio della Serenissima, per motu proprio delle comunità che abbandonarono i Visconti poco prima dell'assedio di Brescia. Nei successivi anni la Riviera si schierò invece più volte a favore dei Visconti, mentre Brescia rimase fedele a Venezia; quest'ultima pose di conseguenza la Riviera nella giurisdizione di Brescia. Solo nel 1443 la Riviera riuscì a sganciarsi, almeno parzialmente, da Brescia e poté nuovamente accogliere sul Garda il Capitano della Riviera e Provveditore di Salò mandato dal Senato veneziano. Durante questi anni Venezia elargì alla Patria il titolo di Magnifica e di Figlia primogenita della Serenissima, insieme ad innumerevoli autonomie, tale da renderla quasi uno stato a se stante.

Con la guerra della Lega di Cambrai la Magnifica Patria fu conquistata da francesi e spagnoli, mal voluti dalla popolazione; tornò poi ad innalzare le bandiere di San Marco. Dalla Riviera partì il 23 aprile 1570 una nave di armigeri per combattere contro la flotta turca, facendosi onore durante la battaglia di Lepanto. Nel 1580 il futuro santo Carlo Borromeo arrivò in visita pastorale a Salò, dirimendo questioni e fondando un monte di Pietà spirituale per pagare degli insegnanti che educassero i giovinetti e i fanciulli poveri di Salò.

Con l'arrivo di Napoleone a Salò il 17 agosto del 1796 iniziò la fine della Magnifica Patria. Il 25 marzo dei messaggeri da Brescia, insorta contro Venezia, portarono l'annuncio della rivoluzione; i Salodiani in principio accolsero la notizia; allontanatisi i Bresciani, decisero invece di rimanere fedeli alla Serenissima, dando inizio ad una contro-rivoluzione, l'unica ufficialmente appoggiata da Venezia.

Le truppe Bresciane e Bergamasche che attaccarono il Golfo furono respinte e arrestate. Il mattino successivo, la città di Salò fu costretta ad arrendersi ai francesi, che le tolsero il titolo di capitale e l'indipendenza da Brescia. Con il trattato di Campoformio la Magnifica Patria passò sotto il controllo asburgico insieme al resto dell'ex-stato veneziano.

Terminate le guerre di restaurazione tra il regno d'Italia napoleonico e il regno asburgico, culminati sul territorio con la battaglia di Salò del 16 febbraio 1814, gli austriaci entrarono a Salò dove vennero accolti in pompa magna. Salò si rivelò subito filo-austriaca, con alzabandiera e Messe in Duomo, nel tentativo di recuperare almeno parte dei privilegi perduti con la fine della Serenissima. Tali tentativi rimarranno vani, visto che il 5 aprile 1815 la cittadina entra a far parte della "Imperial Regia Delegazione di Brescia" e divenne capoluogo del XIV Distretto comprendente 25 comuni.

Fu istituito il Commissario distrettuale, soppresso il Tribunale giudiziario e istituita una Pretura di II classe. L'equiparazione con Gargnano, Preseglie, Vestone e Lonato furono vissuti come un affronto alla centralità e alla superiorità politica di Salò sulla Riviera. Il comune di Caccavero (oggi frazione di Salò con il nome di Campoverde) fu nuovamente istituito dopo la sua soppressione e aggregazione alla città durante la dominazione napoleonica. Vano fu il tentativo di fondare la Provincia di Salò, osteggiato da Brescia.

Durante l'occupazione austriaca a Salò nacque la Società del Casino, che si occupò di propaganda anti-imperiale.

In questo periodo la vita sociale e culturale non si fermò, anzi acquistò sempre più forza. Nell'agosto del 1814 fu istituita la società Filarmonica, riconosciuta come banda musicale dal Governo Lombardo Veneto nel 1823, ed attiva ancora oggi. Nel 1824 nacque una Scuola Pubblica di strumenti ad arco e nel 1838 si istituì una "sala di istruzione per le esercitazioni del contrabbasso e del violoncello". Nello stesso anno nacque anche l'Associazione di San Francesco di Sales. L'Ateneo e le scuole continuarono la loro attività diventando noti anche fuori provincia. Nel 1826 aprì il nuovo Ospedale Civile, mentre nel 1851 giunse un primo nucleo di suore della congregazione delle Ancelle della Carità, guidate dalla stessa fondatrice Maria Crocifissa Di Rosa. Nel 1858 nacque la Società di Mutuo Soccorso, la prima della provincia, che vinse nel 1867 la medaglia d'argento all'Esposizione universale di Parigi del 1867.

Durante i moti risorgimentali del 1848 Salò fu ripetutamente colpita da combattimenti.

Il 17 giugno 1859 Nino Bixio entrò trionfante a Salò e il giorno successivo lo raggiunse anche Giuseppe Garibaldi. Durante la battaglia di San Martino Salò fu invasa dai feriti e divenne un grande ospedale da campo. L'11 luglio 1859, con l'armistizio di Villafranca, Salò entrò con il resto della Lombardia a far parte del Regno di Sardegna e ne seguì l'evoluzione nel Regno d'Italia.

Nell'Italia unita, Salò divenne capoluogo dell'omonimo circondario e il 15 dicembre 1860 acquisì il titolo di città. Fu pertanto sede di Sottoprefettura e del Tribunale Collegiale giudiziario da cui dipendevano le cinque Preture del circondario. Il censimento del 1861 registrò a Salò la cifra di 5316 abitanti.

Il 30 ottobre 1901 la città fu colpita da un forte terremoto che rese inagibili gran parte degli edifici pubblici e parte di quelli privati. Iniziò quindi il periodo dei grandi cantieri che cambiarono il volto dalla città, tra i quali troviamo: la creazione del Lungolago, la riedificazione di parte del palazzo comunale, la Scala Santa, la via Tavine e via dei Colli, la creazione di piazza Sant'Antonio (sventrando il quartiere omonimo), l'abbattimento delle vecchie carceri e la costruzione del nuovo, la piazza antistante l'ospedale, le nuove chiese di Villa, San Bernardino e Serniga e la costruzione delle scuole in via Gasparo. I lavori furono rallentati a seguito dello scoppio della prima guerra mondiale.

Nell'ottobre 1943 fu fondata tra Salò e Gargnano la Repubblica Sociale Italiana, conosciuta come Repubblica di Salò. La presenza, nella cittadina lombarda, del Ministero degli esteri, delle cabine per i giornalisti e del servizio traduzioni comunicati esteri, che emettevano tutti i comunicati ufficiali della Repubblica, fece sì che quest'ultima sia conosciuta con il nome della città, anche se la capitale rimaneva ufficialmente Roma.

La scelta di portare i principali ministeri sulla riva benacense fu in primis dovuta alla vicinanza con la Germania nazista (che all'epoca comprendeva, direttamente nel Tirolo, tutto l'attuale Trentino-Alto Adige ed arrivava fino al comune di Limone sul Garda), favorendo il controllo nazista dello stato fantoccio di Benito Mussolini, e rendendo difficile invece a quest'ultimo, vista la decentralizzazione rispetto al teatro di tutte le vicende economiche e militari, l'effettivo esercizio del potere. In secondo luogo la zona era scarsamente interessata dall'attività partigiana (tale fenomeno rimase limitato anche in seguito, per la presenza della RSI) ed era al di fuori dalle aree industriali del nord d'Italia, pesantemente bombardate dall'aviazione alleata.

Il ministero degli esteri occupò villa Simonini (oggi hotel Laurin), come sede ufficiale, e l'albergo Barbarano per i dipendenti e la mensa. Tale ministero era presieduto ufficialmente dallo stesso Mussolini, la cui residenza era però villa Feltrinelli a Gargnano (ora Centro d'Ateneo per la promozione della lingua e cultura italiana (CALCIF) dell'Università degli Studi di Milano che funge da albergo quando non usato dall'Università), e raramente ne usciva.

Il secondo ministero effettivamente dislocato a Salò era il Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop), la cui divisione Spettacolo occupò villa Amadei ed il palazzo della Croce Rossa Italiana. Per quanto riguarda i media, a villa ex Angelini erano presenti le cabine telefoniche riservate ai giornalisti, mentre l'Agenzia Stefani, agenzia di stampa della propaganda fascista, si trovava nell'edificio della scuola elementare; presidente era il senatore Luigi Barbini e segretario Ernesto Daquanno. Detta agenzia era in collegamento con il palazzo del Capitano-Rettore Veneto (all'interno dell'attuale municipio), sede dell'ufficio interpreti per la traduzione dei comunicati esteri.

A Salò erano presenti anche le forze di polizie e militari: nel liceo scientifico si trovavano un reparto della Muti e uno della Xª Flottiglia MAS al comando di Junio Valerio Borghese, nella casa del Fascio (oggi bar Italia) stazionavano le guardie di Mussolini, agli ordini del console della milizia Albonetti. In piazza Vittorio Emanuele, allora piazza Ettore Muti (eroe della prima guerra mondiale e seguace di D'Annunzio nell'impresa di Fiume), l'ex palazzo Castagna, ora sede della banca Valsabbina, ospitava il comando del Corpo di Polizia Repubblicana, il cui capo era Tullio Tamburini.

Nell'ex collegio civico, in via Brunati, c'era il comando della Guardia Nazionale Repubblicana che aveva sostituito la soppressa arma dei carabinieri; il comando era affidato a Renato Ricci. Altri ufficiali si trovavano presso l'ex caserma dei carabinieri, mentre l'oratorio maschile era a disposizione di un raggruppamento delle Brigate Nere. Infine il teatro comunale veniva utilizzato, oltre che per spettacoli di valore artistico, anche per convegni e assemblee politiche.

Poche furono le visite di Mussolini a Salò; una sola ufficiale, per rendere omaggio alla salma di Serafino Mazzolini, sottosegretario agli Esteri, deceduto nella villa Portesina di Salò il 23 febbraio 1945.

Durante la ritirata, il 29 aprile 1945, i tedeschi fecero esplodere delle bombe che colpirono l'intera famiglia di un funzionario del Ministero degli Esteri, Arduino Arduini. Per quanto riguarda la Resistenza, essa non fece grandi azioni sul territorio comunale, ma l'unico atto degno di nota è la fuga di un capo-partigiano dall'ospedale civile, con sparatoria in cui morirono due fascisti, organizzata dal gruppo partigiani della zona.

Negli anni sessanta Salò riscoprì la sua vocazione turistica, aiutata da grandi manifestazioni sportive, quali:

Dal 1961 al 1966 sulle strade cittadine si disputò il Circuito del Garda, corsa automobilistica, riservata alle Formula 1, Formula 2, Formula Junior e GT Abarth. Corsa già svoltasi dal 1921 al 1927 e dal 1948 al 1950.
Nel 1962 la città ospitò i Campionati del mondo di ciclismo su strada.
Nel 1971 fu sede di arrivo di tappa del 54º Giro d'Italia. Cronometro, con arrivo in località Serniga, vinta da Davide Boifava.
Nel 2001 fu nuovamente sede di arrivo di tappa del 84º Giro d'Italia. Cronometro vinta da Dario Frigo.
Nel 2007 il golfo di Salò ha ospitato il Campionato Europeo Asso 99.
In data 24 novembre 2004 l'intero territorio comunale è stato colpita da un forte terremoto dell'VIII grado della scala Mercalli. I danni agli edifici pubblici e privati sono stati rilevanti. Circa 1000 persone sono state sfollate e la metà degli edifici pubblici sono risultati inagibili (tra cui il palazzo municipale e la sede del liceo "Enrico Fermi"). A differenza del 1901 non ci sono state grandi variazioni urbanistiche, l'unica degna di note è lo spostamento del liceo nella nuova sede già in costruzione, lasciando i locali a disposizione degli uffici comunali (Ufficio Anagrafe e Polizia Locale) e di altri enti o associazioni (Guardia costiera e ANA). Inoltre ha anche accelerato la dismissione di parte dei reparti ospedalieri in funzione nel vecchio ospedale di Salò.

Adagiata sulle rive di una vasta insenatura, affacciata al sole e al riparo dai venti del Nord, Salò si fa vanto di un ambiente privilegiato, unico e irripetibile.

Al paesaggio naturale fa da controcanto un paesaggio urbano altrettanto ricco, nel quale si sedimentano le tracce di una storia gloriosa. Seguendo le testimonianze del passato, dell’arte, della cultura e dell’architettura è possibile compiere, nel centro storico di Salò, entro il perimetro delle antiche mura medievali, tra la torre dell’Orologio, a ponente, e quella del Carmine, a levante, un itinerario di grandi suggestioni.

Tutto ricorda l’età aurea della Serenissima, simboleggiata dall'antico Palazzo della Magnifica Patria (l’attuale municipio), edificato nel 1524 su progetto del Sansovino ed ampiamente rifatto dopo il terremoto del 1901. Nella grande sala consiliare si ammira, sul soffitto, una grande tela (1617) di Giovanni Andrea Bertanza: «Il Cristo in gloria», con il Benaco che sostiene un cedro e un tridente con i frutti del lago; nella stessa sala, ecco il busto marmoreo di Gasparo da Salò, opera (1906) dello scultore gardesano Angelo Zanelli. Dell'antico palazzo della Magnifica Patria restano, nella Sala dei Provveditori, alcuni frammenti d'affresco attribuiti alla bottega dei Mangiavino e le pregevoli le tavolette ligneedella seconda metà del XV secolo, recentemente restaurate.

Alla consapevolezza del proprio primato politico nella Magnifica Patria, Salò affianca l'aspirazione a primeggiare anche in campo religioso. Ne dà testimonianza la maestosa parrocchiale dedicata a Santa Maria Annunciata, il Duomo, quasi soffocato tra le antiche case del quartiere, forse l'eredità più significativa del dominio veneziano. Progettato da Filippo delle Vacche in stile tardo gotico, fu innalzato a partire dal 1453 e consacrato nel 1502. Per la ricchezza delle opere che conserva, è un vasto museo di belle arti. Straordinarie le opere pittoriche di Andrea Celesti, di Palma il Giovane, del Romanino, di Zenone Veronese, di Paolo Veneziano. Curioso ministeri,il cosiddetto «gobbo del Duomo», di produzione tardogotica lombarda, nel quale la tradizione popolare individua uno degli operai che lavorarono al portale, rimasto gobbo in seguito a una caduta.

Il Duomo è uno dei tre monumenti nazionali di Salò. Gli altri sono il cinquecentesco Palazzo Terzi  Martinengo a Barbarano, suggestivo con il suo aspetto di dimora fortificata, unico nel suo genere sul Garda, e il Lazzaretto di San Rocco, un complesso costruito a partire dal 1484 per prevenire e fronteggiare le epidemie. Annessa al lazzaretto, la cappella dedicata a S. Rocco, realizzata nel 1514, e il cimitero monumentale del Vantini, realizzato tra il 1825 e il 1853.

Passeggiando nel centro storico, altre sorprese: antiche chiese, vivaci piazzette, palazzi del seicento e architetture liberty, monumenti e scrigni d’arte e cultura. Come il Centro culturale Santa Giustina, il museo che narra la storia della città e celebra il mito di Salò, ricavato negli spazi nobili dell’antica, omonima chiesa e del cinquecentesco convento dei frati Somaschi.

Ma Salò non è solo il nucleo antico racchiuso entro le mura. Per apprezzare appieno il suo fascino occorre uscire verso i borghi e le frazioni sparse tra collina e montagna. Per raggiungere, ad esempio, il Santuario di Madonna del Rio, verso Renzano, eretto nel XVIII secolo, o le località di San Bartolomeo e Serniga, dove è piacevole sostare sui sagrati verdi delle loro rustiche chiese e lanciare lo sguardo verso l’orizzonte azzurro del lago. Quasi un mare, certamente un presentimento di Mediterraneo.
Salò è la porta d'accesso al Parco Alto Garda Bresciano, istituito con legge regionale n. 58 del 15 settembre 1989, ubicato nel territorio della provincia di Brescia.

Ci sono personaggi legati a Salò:
Pietro da Salò, scultore. Nasce nel XVI secolo. Apprende dal padre Domenico le prime nozioni dell'arte. Esegue gli intagli sugli amboni che ornano l'accesso della gradinata che porta al presbiterio del Duomo. A 20 anni si trasferisce a Venezia e vi rimane come abilissimo autore di decorazioni. Qui incontra il Sansovino, dal quale apprende l'arte statuaria. Nella Serenissima, sue sono alcune sculture che adornano il balcone del Palazzo Ducale. Sculture anche nella piazza di Murano e sua è la statua del monumento eretto nel 1545 a Pietro Landi sulla porta della basilica di San Giorgio. Adorna la facciata dell'antica libreria San Marco, ora parte del Palazzo Reale. All'esterno della basilica di San Marco e in piazza dell'Erberia il "Gobbo di Rialto".
Giovanni Andrea Bertanza, pittore attivo a Salò tra il XVI e XVII secolo.
Giacomo Rovellio (Salò – Salò, febbraio 1610), vescovo di Feltre dal 1584 al 1610.
San Carlo Borromeo (Arona, 2 ottobre 1538 – Milano, 3 novembre 1584), patrono di Salò (4 novembre), arrivò a Salò a dorso di mulo il 24 luglio 1580 quale legato e visitatore apostolico alla Riviera; qui rimase fino al 7 agosto. A Salò dettò statuti, introdusse riforme, tolse abusi, bandì superstizioni, troncò ire, corresse i costumi e ripristinò la disciplina del clero. Fu elevato agli onori degli altari nel 1610 da papa Paolo V e fu eletto protettore di Salò il 16 novembre 1611 dal Consiglio Generale della Magnifica Patria. Il 1º maggio del 1619 vennero portate a Salò, donate dal cardinale Federico, le reliquie del Santo, consistenti in un manipolo e due pezzuole di spugna imbevute del suo sangue. L'autografo di donazione è conservato nella canonica di Salò, datata: Milano 1º aprile 1619. L'accademia di musica di Salò è intititolata a suo nome.
Gasparo da Salò (Salò, 20 maggio 1540 – Brescia, 14 aprile 1609), liutaio e contrabbassista italiano. Secondo gli storici è uno dei possibili padri del violino, nel senso di canonizzatore delle caratteristiche fondamentali di questo strumento, avvenuta attorno agli anni 60 del Cinquecento, assieme all'opera della dinastia dei Micheli da Montichiari.
Sebastiano Paride Lodron (Salò, 1572 – Trento, 1611), condottiero ed ecclesiastico italiano, esponente della nobiltà trentina.
Carlo Pallavicino (Salò, 1640 ca. – Dresda, 29 gennaio 1688), compositore italiano. Compose 22 opere tra cui la Gerusalemme liberata tratta dall'omonimo poeta del Tasso.
Ferdinando Bertoni (Salò, 15 giugno 1725 – Desenzano, 1º febbraio 1813) compose 52 opere e fu maestro di cappella San Marco.
Giuseppe Brunati (Salò, 4 giugno 1794 – Puegnago del Garda, 27 novembre 1855), studioso attento e letterato bresciano. Insegnante di lingue orientali, dimostra una vasta erudizione. Diventa sacerdote nel settembre del 1820. Professore di ermeneutica ed ebraico per sei anni al Seminario di Brescia. Entra in contatto con Rosmini e decide di diventare gesuita predicatore a Novara ed a Torino. A Roma, nel 1832, insegna nel collegio gesuita kircheriano, dedicandosi allo studio dell'archeologia e della etnografia. Dopo un esaurimento nervoso lascia la Compagnia di Gesù e si dedica a molti viaggi a scopo di studio. Grandemente erudito e vera mente vulcanica, è uno studioso puntiglioso che pubblica numerosissime opere.
Giuseppe Zanardelli (Brescia, 26 ottobre 1826 – Maderno, 26 dicembre 1903) non nacque a Salò ma ebbe ottimi rapporti con la cittadina dove spesso veniva a far visita ad alcuni carissimi amici. Laureato in giurisprudenza, giornalista, avvocato, segretario della Camera di Commercio di Brescia e primo Presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati della provincia. Fu presente in tutte le legislature del regno d'Italia fino alla morte. Più volte ministro negli anni 1870-80, come titolare del dicastero di Grazia e Giustizia, preparò il nuovo codice penale ed il codice di commercio. Presidente della Camera e del Consiglio dei ministri dal 15 febbraio 1901 al 29 ottobre 1903, periodo in cui si adoperò per la realizzazione del lungolago di Salò. La sua predilezione per questa città fu premiata con il conferimento della cittadinanza onoraria nel 1902.
Marco Enrico Bossi (Salò, 25 aprile 1861 – Oceano Atlantico, 20 febbraio 1925), compositore e organista italiano. Il suo merito fu quello di riportare in Italia la musica organistica che a partire dalla metà del Settecento era in decadenza, conseguenza anche della decadenza dell'arte organaria. Fu un viaggio a Londra e Parigi nel 1879 che lo fece avvicinare in modo particolare all'organo e gli fece comprendere quanto lavoro ci fosse da fare in Italia, per portare l'arte organistica alla pari di quella oltralpe. Marco Enrico Bossi fu innanzitutto un grande esecutore ed anche eccellente improvvisatore: fu infatti chiamato ad inaugurare numerosi organi. La sua produzione comprende molta musica sacra per organo, ma anche musica teatrale, composizioni corali, strumentali sinfoniche e cameristiche per pianoforte. In tutto oltre 150 titoli numerati, più numerosi brani senza numero d'opera. Morì improvvisamente nel 1925 sulla nave che lo riportava in Italia dopo una tournée di tre mesi in America, a New York e Filadelfia. Al Museo della Scala a Milano è conservato un busto che lo ritrae.
Angelo Landi (Salò, giugno 1879 – Salò, 16 dicembre 1944), pittore. Viene avviato dal padre agli studi all'università Cà Foscari di Venezia, ma egli fugge a Milano per iscriversi all'accademia di belle arti. Viene poi fatto Accademico di Brera. In questo periodo l'artista esprime il meglio di sé, "il violinista" andrà ad arricchire il museo d'arte moderna di Madrid. I ritratti vanno ovunque, da Parigi a Buenos Aires, dal Cairo a Londra, dal Garda a Milano. Fu anche pittore di guerra (1915-18), di cui ne dipinge le scene più tremende. L'artista morì il 16 dicembre 1944 nella sua casa del Carmine lasciando alcuni lavori al Vittorale e all'hotel Savoy di Gardone Riviera, all'hotel Laurin, nel Palazzo comunale a all'hotel Benaco di Salò.
Angelo Zanelli (San Felice del Benaco, 17 marzo 1879 – Roma, 1942), insigne scultore, diviene accademico d'Italia nel 1939 e socio corrispondente dell'Ateneo di salò. Visse a Salò la sua gioventù, lavorò nel laboratorio Bigoni e frequentò la scuola d'arte "Romualdo Turrini" (1752-1822), dove ebbe come maestri due valenti artisti come il pittore Carlo Banali ed il decoratore Saverio Pollaroli. A Salò si trovano tre delle sue opere: il monumento a Giuseppe Zanardelli (1904), il monumento ai Caduti di Salò (1926-31) e il busto di Gasparo da Salò (1906) del quale il poeta D'Annunzio disse: "È opera veramente musicale, non ne ricordo altre di scalpello, che trasmettano così chiaramente il senso dell'armonia: non si sa se stia aprendosi il petto per trarne il violino, o se stia aprendo il violino per mettervi cuore". La sua professione lo portò un po' ovunque, anche all'estero. Adornò l'Altare della Patria a Roma.
Luigi Comencini (Salò, 8 giugno 1916 – Roma, 6 aprile 2007), regista italiano.
Aldo Dolcetti, allenatore e calciatore.
Leonardo Manera, attore e cabarettista.

Ogni anno la città di Salò ospita il Festival Violinistico Internazionale Gasparo da Salò. Serie di concerti serali di alcune famose orchestre europee dirette dai più famosi maestri di violino internazionali. Alle serate principali si aggiungono mostre ed altri eventi legati al mondo del violino e del famoso liutaio.

L'iniziativa "Il Filo di Arianna, Arte come Identità culturale" ha avuto origine proprio a Salò e all'interno di questo progetto pluriennale la città ha partecipato agli eventi annuali dal 2004. Presso il Comune di Salò ha sede il Comitato scientifico dell'Associazione I.C.S. International Communication Society (Area territoriale per la Regione Lombardia). Il bando è inviato agli istituti scolastici ed agli studenti (dalle scuole medie alle Università) ed ha il sostegno di enti nazionali, regionali, locali, europei, e in particolare del Ministero Istruzione Università Ricerca.

Salò è stata l'unica città al mondo, superando vincoli testamentari e di tutela difficilissimi, ad ospitare per tre settimane nel 2009, all'interno delle celebrazioni per il 450º anniversario della morte del grande genio liutario, il famoso violino Gasparo da Salò - Ole Bull, considerato la Monna Lisa dei violini per le sue eccelse qualità sonore e decorative, tanto alte da farlo ritenere uno dei più preziosi e bei violini del mondo.

Il golfo di Salò ospita la Salò Sail Meeting e la Regata di Fine Estate del circuito Eni-Vodafone Grandi Classiche del Garda.

Sempre nelle acque antistanti il centro si svolge una delle tappe del campionato remiero delle bisse, organizzato dalla Lega Bisse del Garda.

Settore importante e fondante per l'economia della città è il turismo. Sul territorio comunale sono presenti 21 alberghi da 2 a 4 stelle, 3 case vacanze e 6 Bed&Breakfast. Fin dagli anni '80 la presenza turistica è stata fortemente caratterizzata dalla presenza degli stranieri. Nel 2004 l'arrivo e la presenza degli stranieri era pari a 18.897 e 77.805 a fronte dell'arrivo e presenza degli italiani pari a 14.010 e 56.149

L' Associazione Calcio Feralpi Salò milita in Lega Pro Prima Divisione (ex serie C1) e gestisce l'attività giovanile calcistica. Lo stadio comunale, intitolato a Lino Turina, presenta una superficie in erba e una pista d'atletica a 8 corsie; la tribuna ha 1550 posti a sedere.

Anche se le partite non le disputa a Salò, la New Basket Salò è la società di pallacanestro che rappresenta la cittadina nel campionato di serie C1, girone B. La società nacque dall'incontro di 6 società cestistiche tra il Garda e la Valle Sabbia. Tuttora le giovanili di basket sono gestite nel comune dalla Basket Barbarano.

La Società Canottieri del Garda promuove la vela, il nuoto e il canottaggio. Partecipa a gare di livello nazionale e internazionale, oltre ad organizzare alcune competizioni velistiche. L'associazione è proprietaria del porto che può accogliere circa 120 imbarcazioni e gestisce la piscina comunale.

La scherma è presente con l'associazione Scherma S.S. Libertas Salò.

L'atletica a livello giovanile è gestita dalla Robur Barbarano, che si allena nella Palestra di Barbarano e nello stadio comunale.

Il ciclismo è coordinato dal Gruppo Sportivo Ciclistico.



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