sabato 23 maggio 2015

LE CITTA' DELLA PIANURA PADANA : GALLARATE

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Gallarate è un comune italiano della provincia di Varese in Lombardia ed è la terza città più popolosa della provincia, la quattordicesima della Lombardia.

Gallarate sorge nel Basso Varesotto, a 5 km dall'aeroporto di Malpensa. Confina con i comuni di Cavaria con Premezzo, Cassano Magnago, Busto Arsizio, Samarate, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Arsago Seprio e Besnate. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, interrotto nella parte settentrionale dalle colline di Crenna e Ronchi. Il comune è attraversato dal torrente Arno, denominato Arnetta dagli abitanti della zona e dall'affluente Sorgiorile. Inoltre nell'estremità sud-est del territorio, Gallarate è lambito dal torrente Rile.

Molte testimonianze archeologiche datano le origini di questo nucleo urbano al II millennio a.C., anche se la maggior parte dei reperti sono di natura gallica. Dai galli, infatti, deriverebbe anche il nome della città.

La conquista romana della Gallia Cisalpina lascia notevole documentazione nel "vicus", già assurto a rilevante importanza. Con la dominazione franca, sorse un castello alle sommità del primitivo nucleo urbano fortificato, adiacente all'attuale Basilica di S.Maria Assunta (ne resta memoria nel nome di via Postcastello). La basilica, ovviamente come entità religiosa e non come struttura architettonica assai posteriore, è citata come Capo Pieve in una pergamena del 974, regnante Ottone II; il documento che si conserva all'Archivio di Stato di Milano, è il più antico in cui ricorra il nome Gallarate. Distrutta Castelseprio ad opera di Ottone Visconti (1287), la città divenne capoluogo del Seprio, vasto e importante contado. Gallarate inizia in quegli anni una prestigiosa crescita economica e mercantile, che l'accompagna per l'età viscontea-sforzesca sino agli inizi, due secoli dopo, del dominio francese.
I documenti d'archivio del periodo qualificano Gallarate come polo d'interscambio nei mercati italiani ed esteri per i traffici di panni, drappe, cotoni e lino. Il ceto mercantile e nobiliare rappresentato da famiglie come i Rosnati, Reina, Masera, Palazzi, Macchi, Curioni, Mari, Guenzati, ecc. afferma i suoi successi in un settore produttivo che contrassegna il pionierismo industriale sino al recentissimo avvento del terziario.
Gallarate, già teatro di cruente lotte fra Visconti e Torriani (se ne parla nel popolare romanzo storico "Marco Visconti" di Tommaso Grassi) perde la sua autonomia col dominio francese e spagnolo (sec. XVI-XVIII) ed è feudo di celebri famiglie italiane (Bentivoglio, Caracciolo, Pallavicino, Altemps, Visconti, Castelbarco), non abdica però al ruolo primario nell'economia dell'Alto Milanese, tanto che nel 1786 Giuseppe II designa Gallarate a capoluogo di vasta Provincia austriaca.
Con l'avvento di Napoleone, primeggia una borghesia illuminata che sa coniugare le nuove idee di Libertà con una prodigiosa rivoluzione industriale, di cui sono protagonisti i Ponti i Borghi e i Cantoni. Capoluogo del 23° Distretto del Dipartimento dell'Olona, Gallarate partecipa col Podestà Ottavio Rosnati ai Comizi di Lione del 1802.

Dopo la restaurazione, sancita dal Congresso di Vienna, notevoli furono i fermenti di libertà in Gallarate, animati da patrioti come Luigi Borghi e Filippo Guenzati (incarcerato allo Spielberg).
Giuseppe e Pompeo Castelli, titolari di quella "farmacia del rinascimento", ora Dahò, ritrovo degli spiriti liberi, dove vuole la tradizione che Gerolamo Rovetta abbia ambientato il suo "Romanticismo".
Durante le due Guerre Mondiali per amore di libertà, caddero molti giovani sotto i colpi della repressione fratricida e nei campi di sterminio nazisti. Ne sono rispettiva memoria il Monumento ai Caduti in Piazza Risorgimento (Enrico Butti, 1924) e quello alla Resistenza in Largo Camussi (Arnaldo Pomodoro, 1980).
Altro elemento notevole nella storia recente del Gallaratese è lo sviluppo dato nella nostra brughiera all'industria aeronautica sin dal 1910 con l'Ing. Gianni Caproni e piloti quali Gustavo Moreno, Oronzo Andreani e lo stesso Francesco Baracca. I gallaratesi, all'epoca delle mongolfiere bollati dagli invidiosi "vicini" come "brüsabalun" per l'innata tensione al volo, ebbero ben modo di riscattarsi! Anche attraverso le alterne vicissitudini della storia, Gallarate, cui veniva conferito il titolo di Città con decreto 19.12.1860 a firma del Principe Eugenio di Savoia-Carignano, veniva potenziando il suo ruolo di centro industriale grazie all'imprenditorialità di uomini della tempra di Alessandro Maino, Cesare Macchi, Pietro Bellora, Carlo Borgomaneri, Giuseppe Calderara in campo tessile e Cesare Galdabini nell'industria meccanica e la collaborazione fattiva, pur contrassegnata da immancabili tensioni sociali, di una mano d'opera intelligente e laboriosa. Gallarate fu insomma, a cavallo del nuovo secolo e fino ad anni recenti, la "Manchester d'Italia", "la città delle cento ciminiere" di cui alcune restano, con i vecchi opifici dai vaghi connotati "liberty" trasformati in centri artigianali, a testimonianza di archeologia industriale in una società votata a ruoli più impersonali.

Monumenti e luoghi:
Chiesa del Sacro Cuore (1959) presso l'Istituto Aloisianum dei Gesuiti.
Dopo varie peregrinazioni per l'Italia l'Aloisianum, sorto nel 1839 come seminario degli aspiranti gesuiti dedicato a San Luigi Gonzaga, potè stabilirsi alla periferia di Gallarate nel 1936, grazie alla generosa donazione della contessa Rosa Piantanida Bassetti Ottolini. Nel 1937 gli fu riconosciuta la facoltà di conferire i gradi accademici in filosofia. Dal 1970 non è più sede universitaria ma rimane centro primario di attività culturali sotto vari aspetti: la Biblioteca, con centinaia di migliaia di testi, accessibili agli studiosi; il monumentale "Index Thomisticus", elaborato da padre Roberto Busa, dal 1946 al 1980; gli annuali Convegni Filosofici, che hanno dato vita ad un autentico movimento di pensiero di portata universale; la Procura delle Missioni; l'I.R.I.S., diretto, nelle sue varie sezioni sociali ed artistiche da padre Alfredo Imperatori. L'Aloisianum apre inoltre a tutti le sue porte per convegni scientifici e tecnici, raduni, manifestazioni culturali, mostre, concerti. Contiguo al complesso universitario, sorge dal 1959, (su un naturale belvedere), la chiesa del Sacro Cuore, tempio funzionale e moderno con una Via Crucis di Francesco Messina, opere del gesuita Fratel Venzo, Bianchi, Kaufmann ed altri.

Chiesa di S. Pietro di origine romanica.
Collegiata di S. Maria Assunta (1856).
Chiesa di Sant'Antonio abate.
Santuario della Madonna in Campagna.
Chiesa di S. Zenone nel rione di Crenna.
Il culto di San Zenone pare sia stato portato a Gallarate da soldati longobardi provenienti da Verona. La chiesa già esisteva nel XIV secolo e fu due secoli dopo ricostruita e allargata con nuove cappelle. Nuovamente nel XVIII secolo subì un rifacimento radicale; il vecchio campanile fu demolito nel 1897 e sostituito dall'attuale alto più di 50 metri e sovrastato dalla statua del santo protettore. La facciata fu poi completamente decorata nel 1935.

Chiesa dei SS Nazaro e Celso nel rione di Arnate.
Chiesa di S. Rocco modesta ma in zona di intenso traffico situata sul corso Sempione. San Rocco è un'altra delle "pietre vive" di Gallarate. Risale senz'altro all'epoca di San Carlo, cui ne riferisce nel 1566 padre Leonetto Clivone; i molti restauri, non sempre riusciti, ne hanno compromesso la struttura, tanto da mettere in forse, in epoca recente, la sua stessa sorte. E' attribuibile all'inizio del '500 (scuola di Bernardino Luini), la "Madonna del melograno", guastata purtroppo da numerose ridipinture.

Chiesa di S. Francesco eretta dal 1906 al 1910 su disegno dell'architetto Gaetano Moretti, ha belle volte di stile composito e fa memoria, nelle vetrate, dei santi francescani. Certo, i promotori hanno voluto rinnovare con la sua costruzione il culto del Santo d'Assisi, il cui tempio sorgeva poco discosto nella stessa piazza Risorgimento (in passato Foro Boario). Dal 1965 con l'erezione dell'attiguo monastero la chiesa è affidata alle cure delle Benedettine adoratrici del S.S. Sacramento.
Chiesa di San Eusebio Vescovo nel rione di Cajello.
Chiesa di san Alessandro nel rione di cascinetta.
Chiesa di San Paolo nel rione di Sciaré.
Chiesa della Madonna della Speranza nel rione Ronchi.
Chiesa di San Giorgio nel rione di Cedrate.
Ex Convento di San Francesco sorto in seguito alla venuta dei Frati Minori (1234), si può definire, pur nella limitata estensione superstite, l'edificio storico che meglio rappresenta l'antico borgo citato sulle mappe dell'epoca come sede di un'importante comunità francescana. Nel 1245 l'opera era già ben avviata e comprendeva, oltre alla chiesa (più a sud), il mistico "chiostrino", come è familiarmente chiamato dai gallaratesi. Il convento subì varie vicissitudini nel corso delle lotte tra francesi e spagnoli. Nel 1718 si estendeva fino all'ex Pasquirolo (parte dell'attuale piazza Risorgimento). Nel 1926, il Chiostrino venne donato da Enrico Macchi alla Società degli Studi Patri, sorta nel 1896, la quale vi si trasferì, occupandosi intelligentemente della conservazione e del restauro dell'edificio, dopo aver consentito la demolizione della chiesa (1932), ormai fatiscente per l'incuria dei precedenti governi e proprietari privati.
In quel che rimane dell'antico complesso ha sede oggi il Museo di Storia ed Arte, aperto al pubblico dal 1961. Al piano terreno è raccolto il materiale archeologico di epoca preistorica (Lagozza di Besnate, Civiltà di Golasecca), gallica, etrusca, romanica e longobarda. Al primo piano, ha sede la Pinacoteca con dipinti del XVII, XVIII, XIX secolo. Tra gli artisti presenti ricordiamo Giacomo Raibolini detto il Francia, Jacopo Zucchi, Giovan Battista Crespi detto il Cerano, Tanzio da Varallo, Niccolò Pisano, Daniele Crespi, Giacomo Sementi, Carlo Cane, Giuseppe de Albertis, Giuseppe Bossi, Adolfo Wildt, Renzo Colombo,ecc.

La Crocetta o "Cruzeta"è il simbolo della città, cara ai gallaratesi e parte importante della storia locale.
La colonna si erge su un piedistallo ed è sormontata da un capitello con doppio simulacro della Vergine del Pilar, cui sovrasta una croce in ferro. Come si legge (purtroppo, ora, molto a fatica) su un lato del basamento, la fece erigere nel 1694, (in sostituzione di una più bassa) Cesare Visconti di Milano, conte di Gallarate in quell'epoca sotto la dominazione spagnola.
La crocetta subì vari spostamenti, anche nel secolo scorso, sempre nell'ambito di piazza Maggiore, poi Vittorio Emanuele II ed ora Libertà. Ci sembra interessante, quasi profetica, la frase apposta sul lato del basamento verso via Mazzini: "I posteri giudichino l'Autore, la cosa, il fine, il modo, l'epoca".

Monumento alla Resistenza di Arnaldo Pomodoro (1980).
Monumento ai Caduti di Enrico Butti (1924).

Gallarate è un comune del Parco del Ticino, fiume che scorre pochi km ad ovest del centro abitato. Nei pressi del rione Cajello è in fase di realizzazione il Centro Parco della Cascina "Monte Diviso".

La Boschina di Crenna, area verde e agricola di interesse botanico e ambientale, situata nell'area nord-occidentale della città, a ridosso del Parco dei Fontanili.
Il Parco Bassetti, in posizione collinare, è compreso tra il centro cittadino e il rione dei Ronchi: è il polmone verde della città.

La cucina gallaratese è tipica dell'Insubria e dell'Altomilanese. È legata a tradizioni contadine e al legame culinario con le zone vicine, soprattutto con la cucina milanese. Alcuni piatti caratteristici sono la cassoeula (che in dialetto varesotto è detta anche cassoeura o casöra), il risotto, i bruscitti e la polenta (abbinati a vari ingredienti). Dolce tipico cittadino sono gli Amaretti di Gallarate, un tipo di amaretto morbido, dalla forma allungata, simile a quelli di Brissago e di Samarate, ben differenti da quelli secchi, tondi - e più noti - di Saronno. La Regione Lombardia ha inserito gli Amaretti di Gallarate nell'Elenco Regionale dei prodotti agro-alimentari tradizionali.

La sua posizione, che la lega ai centri di Varese e Milano, l'ha resa principalmente un centro industriale. Inizialmente il settore d'attività principale era quello tessile, ma ora l'attività è entrata in un forte periodo di crisi.

In seguito alla terziarizzazione dell'economia italiana e lombarda, Gallarate ha colto il potenziale offerto dal vicinissimo aeroporto intercontinentale della Malpensa, trasformandosi in un centro terziario e commerciale di crescente importanza. La città sta potenziando le proprie infrastrutture e si propone come base logistica: a Gallarate hanno sede e uffici compagnie aeree operative in passato e alcune anche oggi (Air Europe, Volareweb, Air Italy, Blue Panorama) imprese del trasporto su ferro (Hupac, Swiss FFS Cargo) ed imprese multinazionali (Louis Vuitton, Yamamay e Parah). Ciononostante, negli ultimi anni la città ha perso alcuni investimenti importanti, in seguito alla delocalizzazione di Milupa (nel 2002) e alla chiusura di Orlandi (nel 2007).

A Gallarate ha sede il quartier generale della Sofinter S.p.A., gruppo integrato di società altamente specializzate operanti nel settore della produzione di vapore ed energia.

Nel 1977 Gallarate è una delle prime città italiane in cui vengono fatte esperienze sperimentali di football americano. nel 1977-1978 vengono fondati i Frogs Gallarate, che avranno sede in città fino al 1984, anno del loro trasferimento a Busto Arsizio, e che nel 1981 e 1982 arriveranno alla finale nazionale, perdendola entrambe le volte contro i Rhinos Milano. Tra la fine degli anni novanta e i primi anni 2000 fu attiva a Gallarate una seconda squadra di football americano, i Kings; in seguito ad una fusione coi Frogs, nel frattempo trasferitisi prima a Legnano e poi a Milano, nacquero i Frogs&K Gallarate, che parteciparono al solo campionato 2003 prima di fermarsi un anno e subire una scissione che portò da un lato alla nascita dei Blue Storms Gorla Minore, dall'altra al ritorno dei Frogs a Legnano. Dal 2010 esiste una terza iniziativa nell'ambito del football americano gallaratese, il G-Team, che comprende roster di tackle e di flag football.
Il G-Team partecipa per la prima volta ad un campionato nazionale di tackle football nel 2013 facendo il proprio esordio nel CIF9.

La società Ginnastica Virtus Gallarate nasce nel marzo del 1902 presso l'oratorio maschile di Gallarate, per iniziativa di un lungimirante Assistente Ecclesiastico, Don Teofilo Brera. Nel nome scelto per il sodalizio era contenuto un chiaro riferimento al programma di lavoro: educare i ragazzi nello spirito della morale cattolica e sviluppare in loro la forza, il coraggio, la costanza e le energie fisiche necessarie ad affrontare le prove più impegnative della vita e dell'agonismo sportivo. Superati i primi grossi ostacoli di natura economico-amministrativa, Don Brera provvide ad assumere un valido istruttore e, con grandi sacrifici, la palestra venne dotata degli attrezzi indispensabili all'attività. Da lì cominciarono le partecipazioni ai vari Tornei Nazionali ed Internazionali che attribuirono al sodalizio Gallaratese coppe, trofei, medaglie, corone d'alloro, targhe e diplomi onorifici. Tra le sue file hanno militato campioni Italiani e atleti Olimpici come Boris Preti. Attualmente l'atleta della Virtus Gallarate Romina Laurito è campionessa mondiale a squadre di ginnastica ritmica, titolo ottenuto ai Campionati Mondiali di Specialità in Russia nel settembre 2010.

Il 18 giugno 1998 la città di Gallarate entrò nel Guinness dei Primati con il “Risotto e luganiga” preparato con 300 kg di riso, 150 kg di salsiccia e 800L di brodo, mescolato in continuazione da nove cuochi con lunghi remi di legno. Furono realizzati 1.066 kg di risotto e luganiga per 5.000 razioni (tutte mangiate). L’avvenimento è stato trasmesso in diretta su RAI UNO nella trasmissione “Il Paese delle Meraviglie”. La maxi pentola usata è in acciaio inox 18/10, ha un diametro di 3,30 m e un peso di 520 kg ed è sostenuta da un sostegno per potere operare agevolmente; ha effettuato molte trasferte in città italiane ed estere, fra le quali Manchester nel 2001. La pentola viene riutilizzata ogni anno in occasione della tradizionale Giöbia.
Gallarate è soprannominata "città dei due galli", denominazione tratta dallo stemma cittadino.
La città viene citata in numerosi film (L'appartamento (1960), Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972), Lui è peggio di me (1984), Il ciclone (1996)...) quasi sempre senza un riferimento.


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