lunedì 8 giugno 2015

IN GIRO PER RHO



Rho è oggi uno dei centri più popolosi e vivaci dell’hinterland a nord-ovest di Milano. Ospita sul proprio territorio il Polo esterno di Fieramilano, collegato al capoluogo dalla linea metropolitana 1, e al resto del Paese e del mondo da una straordinaria rete di infrastrutture.Le quattro vie della vita attiva e dello shopping nel nucleo antico di Rho si completano nel sistema di doppia piazza che caratterizza il centro: la piccola e pedonale piazza San Vittore – in antico piazza del mercato – dominata dalla Chiesa Prepositurale, e la grande piazza Visconti - su cui si affacciano il Palazzo del Municipio e Villa Visconti-Banfi -, che tramite le vie De Amicis e Meda collega il centro da una parte alla stazione ferroviaria (con le linee da Milano verso Torino-Francia e Domodossola-Svizzera) e dall’altra a Corso Europa (antico tracciato urbano della Strada del Sempione, poi sostituito dall’attuale SS33, più a nord). Qui si leva la mole imponente del Santuario dell’Addolorata (la costruzione iniziò a fine XVI sec.), il monumento religioso e artistico più rilevante della città.

A partire dalla Colonna delle peste in piazza San Vittore, collocata esattamente all’incrocio originario (scolpita nel granito alla base la data: 1644), La Chiesa Prepositurale di San Vittore, realizzata tra il 1834 e il 1847, in sostituzione della precedente, antichissima, che aveva la facciata dalla parte opposta, a ovest, anziché a est come l’attuale. Progettata dall’arch. Giulio Aluisetti (con contributi di Besia e Moraglia) in forme neoclassiche, dotata di un notevole campanile (m. 58,40) disegnato dall’arch. Parrocchetti, ha un interno armonico e luminoso, con tele di pregio e un bell’altare maggiore. Domina la piccola piazza, cuore della città.
La via Matteotti era in antico la strada per Milano e ai due lati si susseguono le tipiche corti, talvolta manomesse e spesso invece ben ricuperate. Si chiamava Contrada del Pasquè perché si concludeva all’estremità nella zona a pascolo, su cui sorgeva in antico un piccolo convento agostiniano di cui resta visibile il piccolo affresco quattrocentesco della Madonna del Latte (in via Marconi , oltre Largo Mazzini). Spicca sul lato sinistro la Torre Crivelli.
La via Madonna conduce dalla piazza al Santuario. Corti ottocentesche e palazzi anni ’60 si alternano, raccordati dal disegno attuale dell’area a traffico limitato che consente una miglior fruizione degli spazi collettivi e dei numerosi, interessanti negozi.
Il vicolo Pomé  si trova nei pressi di piazza san Vittore, tra via Madonna e via Matteotti ed è un suggestivo spaccato della Rho di un tempo, con piacevoli negozietti, ristoranti, cortili interni aperti al pubblico.
La via Garibaldi è in parte alberata e ospita sul lato sinistro corti e residui delle costruzioni rustiche più antiche del borgo; sul destro e in fondo, verso la stazione, edifici d’inizio Novecento.
La Piazza Visconti è un immenso cortile della villa dei feudatari Visconti, oggi di proprietà Banfi, che ne determina con il corpo centrale e le ali laterali il lato sud, ospita un’area pedonale attorno alla graziosa fontana centrale da cui si può godere la vista migliore della Torre e del Palazzo del Municipio, che delinea la piazza a nord, mentre a est si prospetta l’abside della Chiesa di san Vittore. I tre edifici, pur di epoche e stili diversi, danno alla piazza una sua fisionomia accogliente, nonostante l’ampiezza e la funzione nodale nella viabilità urbana.
La via Porta Ronca diparte da piazza Visconti verso ovest e, come dice il toponimo, era la porta sulla campagna. Infatti nel tratto iniziale ospita corti rustiche e in un piccolo interno sul lato sinistro Palazzo De Andrea, con tracce di decorazioni in cotto e uno splendido giardino ricco di alberi secolari (proprietà privata).

In piazza Visconti troviamo Villa Visconti Banfi, pregevole edificio del XVII secolo, costruito per iniziativa di Ercole II Visconti, con interni (non visitabili) affrescati da Andrea Lanzani e aiuti: ha un bel cortile, con un portico elegante, ornato degli stemmi araldici degli antichi proprietari, e un pregevole cancello in ferro battuto che lascia scorgere l’ampio giardino.
In via Matteotti, troviamo il cortile e le strutture di Palazzo Crivelli, edificato a fine ‘600 dalla nobile famiglia, proprietaria fin dal Medio Evo di molte terre in zona. Notevoli gli affreschi all’interno e interessante lo stemma araldico sulla volta del passaggio verso via Tibaldi, da cui è ben visibile la caratteristica torre.
In via Madonna c'è Casa Magnaghi (già Ayzaga), anch’essa di origini seicentesche, con bel giardino decorato, visibile anche da via De Amicis.
In vicolo Pomé vale la pena di entrare nel cortile di villa Medici, sovrastato dall’edicola della Madonna, per apprezzare il bel ricupero della casa da nobile e degli edifici rustici, oggi sede di uffici ed esercizi.
Il Palazzo Municipale è stato edificato tra gli ultimi mesi del 1929 e i primi mesi del 1931 come Palazzo del Podestà. L’edificio ha visto un periodo di condivisione degli spazi con la sede distaccata del Tribunale di Milano, che ne occupava il secondo piano. Il palazzo podestarile prima e municipale poi ha sempre ospitato la struttura politica ed organizzativa dell’ente locale.
L’edificio progettato dall'ing. Silvio Giuliani è in stile eclettico e si compone di un unico corpo a pianta rettangolare, con una facciata in mattoni giocata sull’alternarsi di monofore, bifore e trifore.
Il palazzo si sviluppa per tre piani fuori terra, oltre a un piano interrato e ad un piano sottotetto. In corrispondenza del lato sud-ovest sorge una torre a pianta quadrata, alla cui sommità si trova una terrazza delimitata da merlature sorrette da archi a sesto acuto a cui si accede tramite una scala a chiocciola originale in stile Liberty. Il tetto è realizzato a padiglione.
L’ingresso ha un soffitto a cassettoni, dove è presente uno scalone d’onore in marmo a tre rampe, di collegamento con il piano nobile. Sulle pareti sono appesi dei dipinti dell’anno 1640 realizzati da Giovanni Mauro Della Rovere, detto “il Fiamminghino” e allievo di Giulio Cesare Procaccini , raffiguranti quattro santi: San Protaso, San Gervaso, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino.
La distribuzione degli spazi interni è simile per tutti i livelli, caratterizzata da un corridoio longitudinale di smistamento degli accessi ai vari uffici.
Al primo piano, si apre tramite porte a bussola di legno la grande Sala Consiliare, ex Sala Adunanze, cuore della vita politica comunale, al cui interno è custodito il gonfalone comunale.
Al secondo piano trovano posto gli uffici amministravi e tecnici di varia natura.
Nelle sale riunioni sono conservati due grandi affreschi del palazzo visconteo del secolo XVII/XVII, recuperati dai lavori di ristrutturazione dell’ex cinema Centrale nel 1984.
I piani sottotetto e interrato sono invece utilizzati come spazi di servizio, con funzioni di archivio e di deposito.

La città di Rho vanta nel suo territorio alcuni edifici di interesse storico. Il più importante è il Santuario dell'Addolorata, uno dei maggiori santuari mariani della Lombardia, costruito dopo un miracolo riconosciuto dalla Chiesa cattolica, avvenuto il 24 aprile 1583, quando un'effigie della Madonna ha versato lacrime di sangue. A fianco del Santuario sorge il Collegio dei Padri Oblati, opera di Giorgio Martinelli, dove hanno studiato numerose eminenti figure ecclesiastiche, fra cui anche Papa Paolo VI.

La prima pietra del Santuario fu collocata da San Carlo Borromeo il 7 marzo 1584, la consacrazione venne fatta dal cardinale Pozzobonelli il 3 aprile 1755. Il disegno è del celebre architetto Pellegrino Tibaldi, il campanile di Giulio Galliori, che ne modificò il progetto originale, la facciata di Leopoldo Pollack. All'interno si possono ammirare tele ed affreschi di Camillo Procaccini (Bologna 1551 circa- Milano 1625), dei Fiammenghini, del Morazzone, e di Raffele Casnedi da Runo, frazione di Dumenza.

Secondo alcuni documenti medievali, risulta che nei territori intorno all'attuale via Meda, vi sorgesse fin dal IX secolo una chiesa dedicata a Sant'Ambrogio, ma dato che in realtà non viene menzionato un vero e proprio edificio, si potrebbe pensare essi si riferissero semplicemente ad alcuni poderi o beni di proprietà della Basilica di Sant'Ambrogio in Milano.

Nei pressi dell'attuale piazza San Vittore, esisteva già prima del XIV secolo una cappella dedicata a San Pietro, demolita probabilmente nel 1577. Ancora nella stessa area risalente al Cinquecento era un Battistero di San Giovanni, considerato un'appendice della Basilica di San Vittore e scomparso nel 1843 con la demolizione della stessa, causa ricostruzione. Di nuovo antecedente allo stesso secolo e sempre nelle prossime vicinanze, vi era una Chiesa di Santa Maria in Castello, denominazione che dà sostegno alla tesi dell'esistenza di un edificio fortificato medievale nel centro cittadino; essa rimase di proprietà Ghisolfi fino al XVII secolo, dopo il quale non si hanno più tracce.

Sempre nel corso del Cinquecento, sorgeva nei pressi dell'Olona, la Chiesa di San Martino: nel 1565 il Prevosto Giuli però afferma che essa non fu mai consacrata e nemmeno vennero mai svolte funzioni religiose, dunque dato che era posta al di fuori del borgo, poteva essere utilizzata come lazzaretto; fu demolita nel XIX secolo.

In contrada Pasqué sorgevano la Chiesa di Santa Maria Assunta in Pasqué e l'adiacente convento dei frati agostiniani, di cui alcune tracce sono rimaste in largo Marconi. Una leggenda popolare narra che nel convento fu ospitato Martin Lutero, di passaggio per Roma.

L'ospedale di Circolo - Monumento ai caduti nacque per la beneficenza di numerosi cittadini che donarono somme anche notevoli per costruire un monumento ai caduti della grande guerra ma, raccolta una cifra piuttosto consistente, si decise di costruire un ospedale affinché la sofferenza della guerra portasse a migliori condizioni di vita. Tra i donatori si ricordino Benedetto Banfi, Giulio Tavecchia, Giuseppe Citterio, Paolo Goglio, Virginia Bullani. Il 7 ottobre 1923 venne posta la prima pietra e l'inaugurazione ebbe luogo il 28 ottobre 1929.

Il camposanto del capoluogo si trova attualmente in corso Europa 200, lungo l'antico tracciato della strada postale per Gallarate, poi ribattezzata in Strada Statale del Sempione. Qui venne spostato nella seconda metà del XIX secolo, in una zona allora periferica.
Al centro della pianta originale del cimitero ed in asse con l'entrata principale, all'inizio del Novecento venne eretta la Cappella Gentilizia dei Sacerdoti, contenenti le spoglie e le lapidi di prevosti che hanno prestato servizio a Rho dai primi dell'Ottocento in poi (quindi da Luigi Delilla a Marco Agrati) e coadiutori della Parrocchia San Vittore. La cappella è stata restaurata all'inizio del XXI secolo per iniziativa del prevosto don G.Citterio e dei familiari di don Franco Gallazzi (qui sepolto). Nella medesima cappella si trovano anche lapidi per altri sacerdoti e per i caduti rhodensi della Prima guerra mondiale; numerosi preti sono qui ricordati sebbene le loro spoglie siano conservate altrove.

Nel 1931 il cimitero venne notevolmente ampliato con l'edificazione dei colombari, della casa del custode e della camera ardente. Ai primi degli anni 2000 il camposanto ha visto un ulteriore aumento della propria superficie con la costruzione di nuovi colombari.

Nel cimitero, nella zona interrata dei colombari più antichi, è conservata una mummia che è ritenuta essere il corpo dell'Arcivescovo Leone da Perego, francescano; il corpo venne quivi trasportato da San Carlo Borromeo, perché gli veniva tributato un culto non permesso dalla Chiesa. Per numerosi anni questa mummia è stata considerata una delle attrazioni principali della cittadina.

Villa Burba Cornaggia Medici, meglio conosciuta come 'Villa Burba', è una villa di campagna Rhodense. Ha una entrata principale sul Corso Europa, e un'entrata secondaria del parco, alla fine di Via Papa Giovanni XXIII. La villa ha una tipica architettura lombarda risalente al XVII secolo; di particolare rilievo sono gli ornamenti tardo-barocchi, i balconi, i cancelli, le ringhiere in ferro battuto e il salone centrale. Nata come residenza di campagna, dopo una lunga serie di passaggi di proprietà, nel 1873 venne acquisita dalla famiglia Cornaggia Medici. Nel 1966 la proprietà passò al Comune che la sottopose ad un lungo restauro. Attualmente è utilizzata come sede della biblioteca e della mostra permanente Passato e presente. All'esterno della villa un parco con essenze pregiate è stato destinato ad utilizzo pubblico. Il Parco è piuttosto ampio, caratterizzato dalla presenza di percorsi in ghiaia, molto piacevoli da percorrere. Qua e là per la natura, nel parco è possibile vedere statue e busti di donne, soprattutto vicino all'entrata secondaria, dove sono collocate delle zone gioco per bambini (Scivoli,Altalene e girelli) panchine e tavoli in pietra per picnic. Nel parco sono presenti anche: un piccolo laghetto, fornito di tartarughe e tempo fa anche di anatre, e una 'vasca-fontana' romana rettangolare poco profonda, con un fondale in sassi. La fontana, circondata da una struttura di panchine in granito, offre un clima di tranquillità; ed è spesso usata come luogo di ritrovo, da giovani e anziani.

La Fontana della Stazione in marmo di Verona è un dono del Podestà Comm. Eraldo Bonecchi.

Alle architetture si aggiungono numerosi edifici di archeologia industriale, come la Chimica Bianchi, in parte ancora presente, e il cotonificio Muggiani, recentemente ristrutturato, che è un esempio unico degli opifici inizio secolo. Ancora in centro, sul corso Europa alle spalle del Santuario, un edificio ricoperto da vite canadese e altre rampicanti, rappresenta la Citterio, azienda produttrice di salumi.

La Rhodense è la principale squadra di calcio della città. È nata nel 1913 e vanta un passato professionistico in Serie C1 e C2. Retrocesse dalle serie professionistiche nel 1985 e l'anno successivo si iscrisse al campionato di Prima Categoria. Attualmente  milita in Eccellenza.

Nel calcio a 5 la città è rappresentata dall'AC Rho Calcio, fondata nel 2004 e oggi in Serie C1.

Il Rugby Rho è la squadra cittadina di rugby, fondata nel 1947 e militante attualmente nella Serie C del campionato Italiano. In passato ha anche giocato diversi campionati di Serie A, dando diversi giocatori alla nazionale italiana.

Nella pallacanestro invece il primato è detenuto dal CMB Rho, militante in C Nazionale, mentre la Victor Rho Basket gioca in Serie D.

Nella pallavolo la città può vantare diverse società agonistiche, tra queste:

L'A.s.d. Pallavolo Rho che schiera ogni settimana 8 squadre tra campionati di FIPAV e PGS, avendo come apice la squadra di Serie D Femminile.
Il Volley Lucernate: nata nel 1978, oggi ha sette squadre. Le maggiori disputano il campionato di Serie C (maschile) e Prima divisione (femminile);
Il baseball viene praticato a Rho dalla Rajo che è stata più volte campione regionale e oggi gioca in Serie B dopo un'esperienza in Serie A1 nella stagione 2003-2004.

Nel pattinaggio a rotelle, specialità corsa, la squadra cittadina Skating Rho è presente sul territorio fin dal 1983 e partecipa con i suoi atleti di tutte le età ai campionati FIHP ed a trofei interregionali.

Per quanto riguarda il karate, Rho ospita diverse associazioni sportive tra le quali Impero Del Sole e Dojo Karate Rho, entrambe di rilievo.

Dal 1996, tutti gli anni in ottobre si svolge il Palio di Rho, manifestazione nata in ricordo della vita medievale rhodense e della figura di Giovanni da Raude, che nel 1099 fu il primo crociato a varcare le mura di Gerusalemme; l'evento è organizzato dalla Famiglia Rhodense, associazione sorta nel 1988, per promuovere e diffondere il patrimonio culturale e le tradizioni della cittadina lombarda.
Al Palio partecipano 11 contrade, di cui quattro sono frazioni, ciascuna con un proprio simbolo:
San Vittore (ruota), Cappuccini (sajo), Madonna dei Miracoli (Madonna), Pomero (grifone), Cantun Giò (castello), Porta Ronca (roncola), Pasqué (pantera), Ghisolfa (rana), Mazzo (leone rampante), Terrazzano (San Maurizio) e Passirana (Albero).
Viene preceduto da una serie di iniziative, tra le quali la principale è la sfilata in costumi medievali, che si snoda lungo le vie del centro storico fino a Piazza Visconti, "campo di battaglia" tra le varie fazioni. Tra i vari giochi di abilità, tutti in costumi d'epoca, spiccano la giostra dei cavalieri e l'arrampicata sull'albero della cuccagna, ultima sfida prima della proclamazione dei vincitori.





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