giovedì 9 luglio 2015

LA VALSASSINA



L’eccezionale posizione tra lago e monte fa della valle un’area unica per l’armonia tra natura, cultura e tradizione. Il grande massiccio del Legnone evita l’entrata dei venti provenienti dal nord. Gli sbocchi a lago delle valli del Varrone, della Pioverna e dell’Esino aprono porte e finestre all’accentuato clima mediterraneo del Lario. L’intenditore sa che le calde estati e gli inverni ricchi di neve sono un salutare clima continentale, tanto che la Valsassina e la Riviera lariana sono frequentate anche quali luoghi di cura. Qui si incontra ancora il contadino che raccoglie il fieno mentre nell’alpeggio si prepara il formaggio. Il tutto secondo ritmi antichi, tramandati dal tempo, come il lento spegnersi degli ultimi raggi del sole che tramonta.

La Valsassina è racchiusa tra il gruppo delle Grigne, a occidente, e il gruppo delle Alpi Orobie, che, a semicerchio da oriente a settentrione, la separano dalle valli bergamasche e dalla Valtellina. Si collega al ramo lecchese del Lago di Como grazie a due sbocchi, a Lecco e a Bellano. Esiste una strada di collegamento alle valli bergamasche: la strada provinciale 64 Prealpina Orobica, che dal comune di Moggio sale alla Culmine di San Pietro per poi discendere nella Val Taleggio.

La valle è percorsa in tutta la sua lunghezza dal torrente Pioverna, il quale nasce dalla Grigna e scorre verso nord per sfociare nel Lago di Como all'altezza di Bellano, comune nel quale il torrente forma una spettacolare forra chiamata l'Orrido di Bellano.

Percorrendo la strada provinciale 62 della Valsassina da sud a nord, s'incontra subito Ballabio, da dove svoltando a destra sulla strada provinciale 64 si raggiunge la costa Est della valle, ovvero quel territorio che da qualche anno viene impropriamente chiamato Altopiano Valsassina, dove si trovano i comuni di Cremeno, Cassina Valsassina, Moggio e Barzio. Proseguendo invece verso nord lungo la SP 62, si incontrano i paesi della bassa valle: Pasturo, Introbio, Primaluna, Cortenova e Taceno. Qui s'incontra un bivio: proseguendo sulla strada provinciale 62, verso ovest, si sbuca a Bellano passando per Vendrogno; se invece si imbocca la strada provinciale 67 si raggiungono i comuni dell'Alta Valsassina: Crandola Valsassina, Margno e Casargo. Proseguendo sulla provinciale si raggiunge la Val Varrone.

Le montagne che milioni di anni fa cominciarono a sollevarsi dal piatto fondo dell’oceano Tetide, per lo scontro tra la «zolla» del continente africano e quella eurasiatica, e dalle cui sommità oggi lo sguardo domina tutt’intorno maestose vallate e, più in là, a nord le alte cime delle Alpi, a sud la vasta pianura fino a Milano e gli Appennini. Fino a dodicimila anni fa ricoperte da una spessa coltre di ghiaccio, oggi queste montagne, facendo da argine ai freddi venti del nord, concorrono al clima mitissimo del Lario dove regnano le essenze mediterranee dell’olivo, dell’alloro e del cipresso.

Senza l’intervento dell’uomo questo territorio sarebbe ricoperto di foreste e di paludi. Il paesaggio porta impressi, evidenti, i segni dell’uomo. Per scoprire i quali occorre fare come la primavera. La primavera è un po’ come un lento scalatore ed insieme ad essa sale verso la cima dei monti tutto ciò che sboccia e cresce. Quando nel fondovalle si è già compiuta la fioritura degli alberi da frutto, lungo i pendii delle vallate i prati cominciano appena a verdeggiare mentre sugli alpeggi, vicino alle ultime macchie di neve, sboccia il croco. Giorno dopo giorno la primavera sale verso le cime dei monti in questo «paese in verticale», raggiunge i pendii in ombra, i valichi e le gole con il proprio seguito, rappresentato da un esercito che diviene sempre più grande, di fiori e di piante.

Tra il sesto e il secondo secolo prima di Cristo l’espansione a sud delle popolazioni dell’Europa continentale conduce i Galli al centro della regione. La loro sviluppata agricoltura introduce l’allevamento e la preparazione della carne.
Infine giunge la mano di Roma che consolida un robusto sistema minerario-agricolo-militare. L’intrecciarsi di Longobardi, Bizantini e Franchi porta all’affermarsi del comune rurale, autonomo per volontà di uomini liberi. Pietra su pietra hanno costruito, altri hanno abbattuto, altri ancora hanno riedificato e poi smantellato.
Tanta storia rivive in queste pietre, dai primi abitatori naturali dei luoghi, agli invasori che poi vi hanno posto radici.
L’avvento delle signorie, la riforma e la controriforma, l’affermarsi degli stati europei, l’assolutismo, la rivoluzione e la restaurazione culminano con il processo di industrializzazione e la «belle epoque» delle terme e degli alberghi. Infine la Grande Guerra 1915-1918, con la realizzazione del sistema di fortificazioni, strade e mulattiere della «Linea Cadorna».

I piccoli musei, raccolte dal sapore quasi familiare, conservano oggi le eredità delle genti che da millenni hanno popolato queste valli e queste montagne, permettendoci un contatto diretto con questa affascinante realtà. È, questo, una sorta di itinerario alla scoperta di un patrimonio di tradizioni e di memorie. È, al tempo stesso, la scoperta dei rapporti fra un secolare mondo contadino e il proprio spazio, verificando così l’aprirsi di nuove e affascinanti possibilità conoscitive.

L’intensa fede religiosa delle genti tra lago e montagne ha espresso una stupenda costellazione di chiese, cappelle, immagini sacre. La maggior parte delle chiese dominano il paesaggio dalle sommità e contribuiscono alla sua fisionomia unica, alla sua tipica bellezza. L’importanza del Concilio di Trento qui più che in ogni altra regione ha inciso profondamente nella vita della gente.
Qui si è avverata la mirabile fusione tra la religiosità popolare, della gente umile, e il magistero della Chiesa universale. Residuo di antiche tradizioni pagane, riconversione delle stesse nel ciclo delle feste liturgiche cristiane... molti sono gli elementi che concorrono all’origine delle tante manifestazioni popolari, raccolte alla voce «tradizioni», conservate fino ad oggi nonostante lo spopolamento ed il radicale mutamento dei modelli economici e della struttura sociale.
Un quadro sociale è andato delineandosi con sempre maggiore chiarezza: l’impoverimento demografico delle città nell’età delle pestilenze, tra le quali emergono quelle del 1576 e del 1630, ed il contemporaneo incremento nelle valli, soprattutto dei versanti meridionali come le nostre, portano gli energici ed intraprendenti montanari ad occupare, quasi ad invadere, le città pedemontane ed oltre, con un movimento centrifugo in tutte le direzioni: verso la pianura padana e da lì sulle strade per Roma; verso la Savoia e indi a Parigi; verso Lucerna e Coira e quindi attraverso le valli del Reno e del Danubio in tutta l’Europa centrale. Il loro peregrinare è un andare e tornare dal e al luogo d’origine che ha il carattere della periodicità, che può essere del tempo breve annuale o di epoche più lunghe ed indefinite, anche senza il ritorno fisico ma sempre con il riferimento all’origine.


Quello della produzione casearia è sicuramente uno degli ambiti principali dell'economia, della vita e del costume della Valsassina.
Il latte derivante dall'allevamento di bovini e la sua lavorazione sono un'arte tipica di questa valle poichè i nuovi mezzi non hanno fatto dimenticare le antiche regole che da sempre governano l'allevamento del bestiame e che prevedono, tra l'altro, il trasferimento estivo delle mandrie sugli alpeggi alle quote più alte.

Il latte così prodotto viene lavorato per ricavare formaggi di indubbia qualità tra cui il più conosciuto è sicuramente il tipico formaggio da tavola, ovvero il taleggio: un formaggio dalla forma quadrangolare, con crosta sottile e dalla pasta uniforme e compatta, ideale come secondo piatto o a fine pasto accompagnato da mele o pere.
Il taleggio è così versatile che è anche ideale per la preparazione di primi piatti (paste,risotti e zuppe, di secondi piatti (frittate), di insalate e anche di alcuni tipi di pizza e crepes.

Un altro prodotto tipico della Valsassina è la polenta taragna, ricetta tipica anche della vicina Valtellina; alla tradizionale polenta viene aggiunto del formaggio.

Grazie al clima mite del lago, anche la zona tra Varenna, Vezio e Perledo vanta una notevole produzione di olio extra vergine di oliva.
Le varietà di olivo maggiormente coltivate sono il "Frantoio" (frutti olivoidali dal peso di circa 2gr) e il "Leccino" (frutti grossi ino a 5gr).

La raccolta delle erbe commestibili è legata nel territorio lecchese ad usanze antiche e a tradizioni perdutesi purtroppo nel tempo.
La Valsassina custodisce un'incredibile e impensabile varietà di piantine, germogli, fiori e radici tra le più prelibate, interessanti dal punto di vista grastronomico, dietetico e curativo.
Le erbe più raccolte sono la "Crepide" (insalata matta), la "Cima di rapa" (ravizzone), il "Piattello" (mustacc), il "Radicchio a fiore azzurro", la "Primula", il "Raperonzolo" (rampogen), il "Silene e il "Tarassaco".

Il territorio lecchese è ricco di montagne e di boschi in cui si alternano noccioli,roveri, castani, faggi, abeti e larici, tutte piante adatte allo scambio di sostanze con la terra per innescare la nascita e la crescita dei funghi.

I dolci della Valsassina spaziano dalle crostate ai piccoli frutti, allo scapinasc, ai sassetti della Valsassina (biscotti croccanti con mandorle da gustare con il vino) ai caviadini, particolari biscotti tipici di Barzio e ora prodotti e commercializzati da tutti i pasticceri e panettieri della Valle.
Da citare anche il Dolce Grigna, fatto di fichi secchi, noci, frutta candita e uva sultanina.

Gli scapinasc sono dei ravioli con ripieno semi-dolce fatto con uvetta, amaretti, formaggio e pangrattato conditi con abbondante formaggio grattugiato e burro fuso (tipici quelli della festa patronale di San Biagio il 3 febbraio a Bindo, una frazione di Cortenova, conosciuta ormai da tutti come "la festa pusè bèla che ghè").
Sempre a Cortenova in fine Novembre c'è il concorso del Vin brulè con i mercatini di Natale. Da 7 anni vengono allestiti nel periodo natalizio vari presepi e alberi che partecipano al concorso "Un Canton un presepi". Girando per il paese è possibile gustare dei dolcetti e del Vin Brulè offerti da alcune persone del paese. Dal 2012 è attivo il presepe vivente che si tiene per tutta la viglia di Natale e che termina nella chiesa di Cortenova con la messa di mezzanotte.

Nell'incantevole cornice del lago di Como e delle Alpi, è possibile provare la dolce emozione del volo libero col parapendio tandem accompagnati da un pilota esperto, brevettato dall'aeroclub d'Italia.

Per chi ama camminare, la Valsassina è una terra ricca di varietà di paesaggi: pareti calcaree, verdi alpeggi, laghi di montagna, alternati a sentieri e vie ferrate di complessità diversa sulle Grigne, sul Pizzo dei Tre Signori, sul Legnone per soddisfare le esigenze di professionisti e di principianti, di alpinisti provetti e di famiglie.
Per informazioni su escursioni e passeggiate con Guide alpine, visita il sito Guide Alpine del Lario e delle Grigne.

Da Taceno a Pasturo gli artigiani continuano a battre il rame e il ferro ricavandone oggetti di grande pregio.
In questi stessi centri è sviluppata la produzione di mobili e il loro restauro, mentre nell'area tra Cortenova e Primaluna sono presenti numerose industrie metallurgiche specializzate nella produzione di flange.
Premana è la capitale della produzione di forbici e coltelli: e tanto le grandi aziende quanto quelle piccole hanno sviluppato mercato in ogni parte del mondo.

Nel dicembre del 2002 in Valsassina, dopo giorni di violenti temporali, una frana ha sepolto parte del paese di Bindo una frazione di Cortenova, bloccando la strada provinciale che porta a Taceno da Lecco. In seguito a questa frana sono stati trasformati molti terreni,da agricoli ad industriali portando così ad una serie di fabbriche metalmeccaniche lungo il fondovalle che va da Introbio a Taceno e trasformando un territorio che fino a pochi anni fa era una piccola oasi verde a pochi Km dalle grandi città. La strada provinciale è rimasta interrotta per sette anni ma è stata ripristinata attraverso la costruzione di una galleria, il "Tunnel Bindo", inaugurato il 2 agosto 2009.




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