mercoledì 28 ottobre 2015

COZZO LOMELLINA

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Cozzo è un comune situato nella Lomellina occidentale, a breve distanza dalla riva sinistra del Sesia

Il piccolo paese è l'antico municipio romano di Cuttiae, capoluogo della regione Cottuta, che secondo lo storico Strabone si spingeva fino a Pavia, e importante stazione di sosta su una delle più frequentate vie per le Gallie. Da qui si poteva raggiungere Torino, seguendo il corso del Po, per poi proseguire per il Moncenisio e la Provenza, oppure dirigersi verso Vercelli, Ivrea ed Aosta ed attraverso il Colle del Gran San Bernardo raggiungere la Borgogna. La sua fama come luogo di transito è documentata dal ritrovamento di una pietra miliare in granito, posta al tempo dell'imperatore Antonino Pio (I secolo d.C.), ma soprattutto dalle citazioni sui più famosi itinerari dell'antichità (Itinerario Antonino, Vasi di Vicarello) e sulla tavola Peutingeriana, una copia medievale di un'antica carta della rete stradale romana. L'Itinerarium Burdigalense precisa che si trattava di una mutatio, cioè non di un luogo destinato alla sosta notturna ma solo al cambio dei cavalli, intermedio tra le mansiones, luoghi di sosta, di Lomello e Rigomagus (forse Trino).

Nel medioevo fu conteso tra i conti Palatini di Lomello e l'episcopato di Vercelli; nel 1164 passò sotto la dominazione di Pavia (è citato però solo nel 1191 nel relativo diploma di Enrico VI); questo però non risolse l'antica contesa che proseguì nel XIII secolo. Nel 1465 divenne signore di Cozzo il consigliere ducale Pietro Gallarati, signore anche di Sant'Angelo Lomellina. La signoria dei Gallarati (Gallarati Scotti dal 1729) durerà fino alla fine del feudalesimo (1797). Cozzo, con tutta la Lomellina, entrò a far parte dei domini dei Savoia nel 1707, e nel 1859 fu incluso nella provincia di Pavia. Nel 1890 venne aggregata a Cozzo la frazione Celpenchio.

Celpenchio (CC C451), noto fin dal medioevo, è citato come Cerpente nel diploma del 1164 con cui Federico I assegnò a Pavia il dominio sulla Lomellina; come Cerpenclium appare nell'elenco delle terre pavesi del 1250. Attorno al 1400 aveva signori propri, ma nel 1465 fu infeudato, insieme a Cozzo, a Pietro Gallarati. Da allora condivise le sorti di Cozzo. Rimase un comune autonomo fino al 1869, quando fu soppresso e unito a Castelnovetto; nel 1890 fu unito a Cozzo.

Il Castello, compatto e poderoso, a pianta quadrilatera, si eleva nella periferia nord-occidentale del paese. Come per gran parte delle rocche della regione, non è possibile ipotizzarne la data di costruzione. Per il suo aspetto generale e per la tecnica costruttiva delle opere murarie sembra poter risalire al secolo XI. La torre nell'angolo sudorientale, per contro, presenta, a tre quarti dell'altezza, una triplice cornice decorativa, del tipo cosiddetto "a denti di sega", caratteristica delle costruzioni di età viscontea; questa e altre incongruenze stilistiche sono da ascrivere a un rimaneggiamento di rilevante entità effettuato nel periodo rinascimentale o poco prima. L'edificio inoltre è poco sviluppato in pianta in rapporto all'altezza, una particolarità non comune in Lomellina, riscontrabile unicamente nel castello di Tortorolo ove, come qui, è evidente un sopralzo dell'intero edificio avvenuto in epoca imprecisabile. Successive al Rinascimento sono altre modifiche che hanno interessato, nel numero e nello stile, le aperture preesistenti; tali modifiche non hanno però alterato l'aspetto generale del monumento, che dunque è pervenuto integro (quanto meno nella situazione rinascimentale) ai giorni nostri. Da un robusto rivellino, un tempo munito di ponte levatoio e in cui si apre un ampio portone, si accede all'antico ricetto, dal cui cortile, tramite un ponte in muratura, si entra nel maschio. Anche in questo caso l'ingresso è inserito in un ulteriore poderoso rivellino, addossato al corpo principale del castello, in cui sono tuttora visibili (come nel rivellino del ricetto) le sedi dei bolzoni, mentre è parzialmente murata la pusterla. Sul lato meridionale, nella parte sinistra della torre angolare, è osservabile un affresco con le armi dei signori del luogo. Alla sommità i muri perimetrali sono coronati da merli ghibellini, tra i quali si intravedono le sagome di alcuni comignoli di gusto classico, ma di moderna costruzione. All'interno molte e vaste sale conservano i soffitti originali a cassettoni di legno; vi si può ammirare, inoltre, un prezioso affresco monocromo che raffigura un evento storico ivi accaduto nel 1499: l'incontro tra il re di Francia Luigi XII e Pietro Gallarati; con il regale ospite si possono riconoscere numerosi altri personaggi del suo seguito, tra cui il cardinale Giorgio d’Amboise, gran Cancelliere del ducato di Milano, già arcivescovo di Rouen e proprietario, tra l'altro, del castello di Sartirana e di vaste terre nella regione. Nelle sale del castello sono pure conservate tele di notevole valore. Le attuali condizioni del complesso sono ottime grazie ai restauri fatti eseguire negli ultimi decenni dalla comunità di Mondo X, che vi è ospitata e ne cura tuttora la conservazione.

La chiesa parrocchiale di Cozzo fu costruita nel 1863 e restaurata nel 1962 da don Bernardo Merlo. E’ dedicata a S. Vittorino, Vescovo e Martire, la cui festa viene celebrata la prima domenica di settembre
Il paese vanta due importanti cappelle: la prima dedicata a Maria Mater Misericordiae”, ricavata dall’ossario del 1500; la seconda è una cripta sottostante la casa di preghiera.



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