martedì 28 giugno 2016

LA PROVINCIA DI LECCO

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La provincia di Lecco dal 2007 è compresa all'interno della regio Insubrica, di cui rappresenta l'appendice orientale, e della regione storica insubre.

Le prime tracce dell'uomo della provincia di Lecco sono i ritrovamenti della Valle del Curone tra i comuni di Montevecchia e Rovagnate, reperti attribuibili all'uomo di Neanderthal e risalenti addirittura a 62.000 anni fa.

Nell'Alto Medioevo divenne il centro di un importante sistema fortificato, posto a difesa di Mediolanum su cui gli archeologi hanno condotto importanti campagne di scavo sul Monte Barro, a Galbiate, a Garlate e a Civate. Feudo degli Attonidi nel X secolo a partire dal XII secolo il territorio lecchese fu gradatamente incorporato nel distretto del Comune di Milano, rimanendo suddiviso in due Comitati, quello di Lecco e quello della Martesana.

Dal 1528 al 1532 costituì un feudo direttamente dipendente dal Sacro Romano Impero affidato al conte Gian Giacomo Medici.

Nel 1797 la Repubblica Cisalpina istituì il dipartimento della Montagna, con capoluogo Lecco, che coincideva quasi completamente con l'attuale provincia. Ma il dipartimento ebbe vita breve, e il territorio venne aggregato l'anno successivo al dipartimento del Serio, con capoluogo Bergamo.

Con la proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 il Lecchese fu aggregato al nuovo dipartimento del Lario, poi divenuto la provincia di Como.

Anche sotto il Regno d'Italia il territorio fece parte della provincia di Como, costituendone un circondario, soppresso nel 1927.

Da allora datano i tentativi di ottenere una provincia staccata da quella di Como ma soltanto nel 1992 il risultato fu raggiunto con lo scorporo di numerosi comuni delle province di Como e Bergamo. Fino alla nascita della provincia di Lecco, 84 dei 90 comuni che inizialmente la costituirono erano situati appunto in territorio comasco. Sei (Calolziocorte, Vercurago, Monte Marenzo, Torre de' Busi, Erve e Carenno) si sono invece staccati dalla provincia bergamasca.

Lo stemma della Provincia è stato approvato con Decreto del Presidente della Repubblica del 4 settembre 1996 con la seguente descrizione:
“Troncato semipartito; nel primo, di verde al fiore della Alpi di sei petali, di rosso; nel secondo, di argento, alla croce di rosso; nel terzo, al leone d’oro, rivoltato, con la testa di fronte. La presenza del leone rampante, su fondo azzurro, il colore del cielo e del lago, che risulta inserito anche nello stemma della città di Lecco, testimonia le doti congenite della sua gente: la forza, il coraggio e la fierezza”.
Per saperne di più sui “segni” dello stemma …

Nella parte superiore il segno noto come “Sole o fiore delle Alpi” riprende un antichissimo disegno che ricorre nell’iconografia popolare di una vasta area culturale comprendente le Alpi, la pianura padana ed altre regioni dell’Europa centrale; la continuità e la diffusione del segno concorrono alla sua legittimazione come “simbolo” qualificante. Si tratta di un’immagine antichissima che ha avuto successo sia per la sua carica metaforica legata ai culti solari, che per la bellezza e la relativa facilità di esecuzione del suo disegno.
Nella parte inferiore la “Croce Rossa” in campo argento rappresenta i colori e i fasti della famiglia Visconti di Milano, ancora oggi presente in Lecco con le vestigia del Ponte Vecchio e della Torre Viscontea.
Il “Leone rampante” su fondo azzurro, il colore del cielo e del lago, è stato inserito per evidenziare la forza, il coraggio e la fierezza.

Confina a nord e a ovest con la provincia di Como, a est e a nord con la provincia di Sondrio, a est con la provincia di Bergamo e a sud con la provincia di Monza e Brianza.

La Provincia di Lecco è stata istituita con D.P.R. 6 marzo 1992, n. 250. Le elezioni per la nomina del primo Presidente della Provincia di Lecco si sono tenute il 23 aprile (primo turno) e il 7 maggio 1995 (ballottaggio). La proclamazione del presidente, l'avvocato Mario Anghileri, è avvenuta il 9 maggio seguente.

La provincia di Lecco ha una superficie di soli 814,58 km². Ben più di 600 km² si trovano oltre il fiume Adda, nella Valsassina. I rimanenti sono situati nell'Oggionese, nel Casatese e nel Meratese. Inoltre vi sono 16 km² appartenenti al comune di Oliveto Lario che, anche se situati sull'altra sponda del Lago di Como, in Vallassina, rientrano nell'area prealpino lariana pre Lecchese. Nel territorio non è presente per niente la pianura. La Provincia è per più del 70% montuosa, mentre per il 30% è collinare. I principali rilievi montuosi sono:
a nord il Monte Legnone, alto 2609 m;
al centro lo spettacolare gruppo delle Grigne comprendente: la Grigna Settentrionale o Grignone alta 2409 m e la Grigna Meridionale o Grignetta con altitudine di 2184 m;
a ovest, oltre il lago il Monte Cornizzolo alto 1240 m e il Monte Rai alto 1259 m;
a est, il Monte Serrada o Resegone di Lecco alto 1875 m con la sua caratteristica forma che ricorda i denti di una sega;
al centro-sud il Monte Barro alto 922 m e compreso nel parco regionale del monte Barro.
La provincia è una zona molto lacustre, è bagnata infatti dal Lago di Como e contiene nel territorio il Lago di Annone, di Garlate e di Olginate. A ovest i comuni di Rogeno, Bosisio Parini e Cesana Brianza si affacciano sul Lago di Pusiano. Anche i fiumi sono numerosi, i principali: il fiume Adda a Lecco, il fiume Lambro a Costa Masnaga, Rogeno e Nibionno. Altri fiumi minori sono il Molgora, la Bevera, affluente del Lambro, il Pioverna che scorre in Valsassina e il Varrone che scorre nella Val Varrone.

In tutta la Provincia vi sono ancora numerose zone boschive, soprattutto nella Valsassina dove troviamo numerose foreste ad aghifoglie e fiori anche rari come le genziane. Sul fiume Lambro la vegetazione è ridotta a foreste di latifoglie, pioppi, querce e numerosi fiori. Le montagne, a parte sulle pendici si presentano comunque piuttosto spoglie con esclusivamente estese zone di prati adatti al pascolo. La fauna è cambiata parecchio da quella di alcuni secoli prima, ad esempio il cinghiale che prima era numeroso ora si è piuttosto ridotto e lo si trova sul Cornizzolo o in Valsassina. Sono presenti caprioli, volpi, lepri, falchi e poiane, aironi.

La popolazione della Provincia di Lecco è in continua crescita, non per un comune saldo naturale tra nati e morti, ma per l'alta immigrazione da altri comuni o da altri stati. Basti pensare che nel 2001 la popolazione era di 311.000 abitanti ed è ora di 341.000, ben 30.000 abitanti in più. I comuni sono 88, e solo sei di essi superano i 10.000 abitanti. La Provincia è quindi caratterizzata da un'altissima frammentazione amministrativa in Comuni, soprattutto nella Brianza Lecchese, dotati di un'estensione territoriale minima, in alcuni casi inferiore ai 2 km². Questo determina, tra l'altro, un marcato disordine urbanistico, in particolare nell'agglomerazione urbana monocentrica di Lecco.

Nella Provincia troviamo il Parco regionale della Valle del Lambro (Cesana Brianza, Bosisio Parini, Rogeno, Costa Masnaga, Nibionno), il Parco regionale di Montevecchia e della Valle di Curone, il Parco dell'Adda Nord, il Parco naturale del Monte Barro (Galbiate), la Riserva regionale del Lago di Sartirana e numerose zone che non essendo parchi, sono comunque posti ben tenuti e soprattutto ricchi di vegetazione e fauna. Tra le aree di interesse troviamo niente meno che il Lago di Como, che da Lecco dove prende l'omonima denominazione arriva a Colico, i vari laghi di Annone, Pusiano, Olginate, il piccolo lago di Sartirana, il Monte Barro, le Grigne, la Valsassina e la zona collinare della Brianza (Cassago Brianza, Casatenovo, Monticello Brianza). Molto conosciuto è anche il fiume Adda che forma una specie di piccolo canyon nel Meratese, caratterizzato dalla presenza lungo il suo corso dell'Ecomuseo Adda di Leonardo, dove in particolare si trova a Paderno d'Adda, il caratteristico Ponte San Michele in ferro, a Robbiate le dighe leonardesche e ad Imbersago il traghetto.

La straordinaria presenza di chiese, conventi, monasteri, abbazie, antiche cappelle, fanno della Provincia di Lecco, già nota per la bellezza del suo Lago e delle sue montagne, un territorio ricco di storia, arte e spiritualità.
Gli edifici romanici, inseriti in un ambiente suggestivo testimoniano la capacità dell'uomo medievale di esprimere una piena armonia tra architettura e natura, creando luoghi di grande bellezza.
Il tema del Romanico rappresenta infatti un filo rosso che conduce il visitatore attraverso i diversi contesti naturalistici e paesaggistici della provincia, alla scoperta di straordinarie testimonianze architettoniche e archeologiche, risalenti ai primi secoli dell’era cristiana.
Lungo la riva lecchese del Lago sono presenti diversi monumenti del romanico tra cui la Chiesetta di S. Giorgio a Mandello del Lario, posta su uno sperone roccioso a picco sul lago e infine la superba Abbazia di S. Nicolò a Piona, il cui antico nucleo risale all’età longobarda. Anche nelle valli si conservano tesori dell'arte romanica. Particolare menzione meritano, in Valsassina, la Chiesa di S. Margherita a Casargo, legata al culto dei santi eremiti lariani e, in Valle San Martino, la chiesa di S. Margherita a Monte Marenzo, per lo straordinario ciclo d’affreschi, oltre all’Oratorio di S. Stefano a Torre de’ Busi, annesso al complesso della chiesa di S. Michele.
Percorrendo l'estremità inferiore del Lago di Lecco, si prosegue lungo la vallata del fiume Adda che, fin dall'età alto-medievale, costituiva il confine tra feudi e dominazioni diverse. Le sue sponde sono infatti ricche di castelli, chiese e monasteri. Lo stesso complesso di S. Maria del Lavello a Calolziocorte si trova in posizione un tempo strategica tra lago, fiume e monti.
Partendo da Brivio, presidiato da un poderoso castello, si prosegue per Arlate di Calco, dove, in posizione dominante sull'Adda, si affaccia la Chiesa dei SS. Gottardo e Colombano, bell’esempio di romanico lombardo.
Tra il Parco dell'Adda e il Parco del Curone le colline della Brianza lecchese, conservano monumenti di epoca alto-medievale. Tra le testimonianze più interessanti troviamo il Battistero di S. Giovanni Battista a Oggiono, dalla pianta ottagonale, attiguo alla chiesa di S. Eufemia che conserva opere di Marco d'Oggiono, allievo di Leonardo da Vinci, l’antica chiesa dei SS. Nazaro e Celso a Garbagnate Monastero e infine la Basilica di S. Pietro al Monte a Civate.

La rete stradale, sebbene sprovvista di autostrade, è ben sviluppata.

Le strade statali che attraversano la Provincia sono:
la Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, superstrada che collega il capoluogo con Milano e Monza a sud e la Valtellina e la Svizzera a nord;
la Strada statale 342 Briantea, asse est-ovest che collega Bergamo e Como;
la Strada statale 639 dei Laghi di Pusiano e di Garlate che collega Lecco a Bergamo e Como;
la Strada statale 583 Lariana che collega Lecco a Bellagio.
Le principali strade provinciali sono:
la SP62 della Valsassina, la SP72 del Lago di Como;
la SP51 della Santa.
La rete ferroviaria è di 86 chilometri, suddivisa nelle linee:
Ferrovia Como-Lecco, tra Casletto-Rogeno e Lecco;
Lecco-Brescia, tra Lecco e Calolziocorte-Olginate;
Lecco-Milano, tra Osnago e Lecco, 23 km;
Milano-Monza-Molteno-Lecco, fino a Cassago-Nibionno-Bulciago;
Tirano-Lecco, tra Lecco e Colico, 39 km.
Di questi 22 km sono a doppio binario, i restanti sono a binario semplice. Inoltre, 62 km sono elettrificati.

A Lecco troviamo un polo universitario (distretto distaccato del Politecnico di Milano - Facoltà di Ingegneria). È in fase di realizzazione il nuovo Campus universitario nella sede del vecchio Ospedale civico presso l'area detta della "Piccola". Troviamo numerose scuole secondarie superiori (Licei e Istituti tecnici) sia nel capoluogo, che nella Brianza Lecchese (Oggiono, Merate, Casatenovo), che nell'Alto Lario Orientale (Colico) e nella Valle San Martino (Calolziocorte).

Nella Provincia di Lecco troviamo tre ospedali pubblici: Il nuovo ospedale A.Manzoni nel capoluogo, l'ospedale Umberto I di Bellano, sul lago di Como e l'ospedale San Leopoldo Mandic di Merate. Sul territorio sono però presenti numerose cliniche private, centri Asl, centri di ricerca, ecc.

Tutti i settori, primario, secondario e terziario sono molto sviluppati. Il primo, come d'altronde in quasi tutte le province italiane ha pochi addetti. Vengono prodotti soprattutto frutta e verdura, ma anche grano, frumento sebbene in minor parte. Sulle sponde del lago non è difficile incontrare inoltre uliveti e vigneti. Le risorse minerarie non sono numerose, anche se in Brianza e in Valsassina troviamo di frequente delle cave. L'allevamento di animali lo troviamo in tutto il territorio (bovino, ovino, avicolo, equino). Zone industriali si trovano in quasi tutti i comuni. Nel passato la provincia era molto ricca di industrie tessili tanto che parte dell'economia provinciale era gestita da esse. Il terziario, tra l'altro in costante espansione è dovuto in particolare modo ai servizi quali le banche. Il turismo non è molto sviluppato, tranne sul Lago di Como e nel capoluogo.

Nel territorio sono presenti la Comunità montana della Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera e la Comunità Montana Lario Orientale - Valle San Martino.

I dialetti parlati in Provincia di Lecco appartengono al gruppo lombardo occidentale o Insubre. In Valle San Martino si parla però un dialetto con influssi bergamaschi. Il dialetto Lecchese di città è una variante del Milanese, molto simile sia per la grammatica, che per la pronuncia ed il vocabolario. Esso è parlato nel circondario di Lecco. Nella Brianza Lecchese è più diffuso il Brianzolo (dialetto Lecchese-Comasco-Monzese). Nella Valsassina, la parlata locale è decisamente più gutturale, con delle varianti nell'abitato di Premana.

Nella giurisdizione ecclesiastica della Chiesa cattolica, la maggior parte del territorio della provincia di Lecco ricade nell'arcidiocesi di Milano e segue il rito ambrosiano. Vi sono tuttavia delle eccezioni particolari: alcune parrocchie che si affacciano sul lago di Como (Abbadia Lariana, Colico, Lierna, Mandello del Lario) sono di rito romano, e fanno parte della diocesi di Como; Oliveto Lario, invece, è un'entità amministrativa comunale che unisce tre località distinte: Vassena, Limonta ed Onno ed è diviso tra due diocesi diverse: la diocesi di Milano e quella di Como. Mentre Vassena fa parte della diocesi di Como e segue il rito romano, Onno e Limonta appartengono all'arcidiocesi di Milano e seguono il rito ambrosiano; le parrocchie di Civate e Varenna seguono il rito romano pur appartenendo alla diocesi di Milano; mentre le parrocchie di Calolziocorte, Carenno, Erve, Monte Marenzo, Torre de' Busi e Vercurago, pur essendo di rito ambrosiano appartengono al vicariato di Calolzio-Caprino, che fa capo alla diocesi di Bergamo.

La cucina tipica è costituita soprattutto da cibi come la salsiccia e la polenta (oncia o taragna, entrambe ricche di formaggio locale). Sul lago non mancano piatti a base di pesce, come il persico (risotto con pesce persico), gli agoni o il lavarello. Altri piatti tipici e sostanziosi sono la cassoeula e la trippa (che si consumano alla vigilia di Natale). Sempre in riva al lago, favorito dal clima mite, si ha la produzione di un olio d'oliva molto particolare. Per quanto riguarda i dolci, da ricordare la torta meascia, il paradell (dolce tipo frittella ricoperta di zucchero), i caviadini (biscotti di pasta frolla e zucchero a grani) e gli scapinàsch, ravioli dal ripieno dolce (uvette, ecc.), entrambi tipici della Valsassina. Enologicamente parlando, merita un cenno dovuto il nustranell, vino tipico della Val Curone. Dal 2008 i vini lecchesi, insieme a quelli comaschi, hanno ottenuto il riconoscimento della Indicazione Geografica Tipica "Terre Lariane"; il territorio enologico abbraccia le sponde del Lario a nord, spingendosi a sud fino alle colline di Montevecchia e della Valle del Curone.


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